GERACE. “Iniziamo con questa celebrazione diocesana il novenario dell’Immacolata, affidando a Lei questo nuovo anno liturgico-pastorale”. Lo ha detto il Vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva, nel corso dell’omelia pronunciata durante la messa nella Cattedrale di Gerace in occasione dell’inizio della novena dell’Immacolata. “Lo facciamo – ha aggiunto – consapevoli che la devozione a Maria costituisce una significativa forza di coesione spirituale, che ci sostiene. E’ un segno di speranza avere in diocesi tantissimi santuari e chiese dedicate a Maria, e soprattutto poter contare su una grandissima devozione a Maria che caratterizza la nostra Chiesa come comunità “mariana”. La consacriamo al suo Cuore Immacolato. Sotto il suo manto poniamo gli ammalati e i poveri, i ragazzi, i giovani, le famiglie, particolarmente quelle più provate dalle ristrettezze economiche, dalla mancanza o perdita del lavoro, quelle che vivono il disagio di una relazione vacillante”. “Vivere la prossimità come stile pastorale – ha aggiunto – deve accompagnare il cammino della nostra chiesa. Come Chiesa particolare, anche col supporto della caritas diocesana, ora finalmente dotata di una sede e di una bella struttura di accoglienza con l’apertura di una mensa dei poveri, ci chiediamo: come possiamo metterci in ascolto dei bisogni degli ultimi? Come possiamo rispondere alle nuove emergenze e renderci attivi tessitori di una rete di solidarietà che risvegli dal torpore e ridia slancio alla generosità di quanti godono di maggiori risorse? Permettetemi a questo punto di rinnovare l’invito a lasciarci accompagnare dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium. In essa ritroviamo le linee che devono ispirare la nostra azione pastorale. Un punto di partenza ci è indicato da papa Francesco, quando sottolinea che “nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso «si fece povero» (2 Cor 8,9)”, precisando che il nostro impegno pastorale non può che essere “segnato dai poveri”. In concreto, le nostre scelte devono lasciarsi interpellare dai poveri. Liberiamoci dal pregiudizio che la povertà sia una fatalità. Facciamone una scelta di Chiesa, un valore ed una via che portano ad “andare incontro al Signore”. Saprà la nostra Chiesa diocesana essere “chiesa povera per i poveri”?”. “Non perdiamo questa speranza. Non occorrono grandi “programmi di promozione e assistenza” o “un eccesso di attivismo”, quanto una conversione interiore che si ispiri ad uno stile di sobrietà e di prossimità. E’ questo che chiediamo a Maria. Prepariamoci a vivere un Natale di tenerezza! L’Avvento ci riapre la porta del cielo. Dio viene incontro e non delude le nostre attese”.