CATANZARO. Disoccupati, precari, pensionati, agricoltori, forestali, studenti universitari e insegnanti e poi sindaci e amministratori locali e infine esponenti del mondo dell’associazionismo come “Libera” e “Anpi” e volontari del terzo settore. È stata molto variegata la composizione della manifestazione organizzata alla “Cittadella” dalla Cgil e dalla Uil per sollecitare “un cambio di passo” della Calabria. Partita con la pioggia ma conclusa sotto un caldo sole, la mobilitazione promossa davanti la sede della Regione dalle due confederazioni ha visto la partecipazione di circa 5000 persone, secondo quanto riferito anche dai segretari generali della Cgil Angelo Sposato e della Uil Santo Biondo. Una “muraglia umana” che è scesa in piazza per chiedere al presidente Mario Oliverio e alla sua Giunta “una decisa svolta nell’azione di governo” e “non più annunci ma fatti concreti” altrimenti – ha affermato Sposato – “andremo allo sciopero generale”. Ampia la piattaforma di rivendicazioni alla base della protesta della Cgil e della Uil. Al centro delle richieste – ha spiegato Biondo – “anzitutto il lavoro, il lavoro, il lavoro: pretendiamo politiche attive funzionali allo sviluppo di un’occupazione stabile e duratura da realizzare con un piano straordinario rivolto in primo luogo ai giovani e alle donne. Ma sono ormai ineludibili – ha proseguito il segretario della Uil Calabria – anche la definitiva stabilizzazione del precariato calabrese, la valorizzazione del terzo settore con adeguate politiche sociali e anche una politica industriale mirata a sostenere il tessuto imprenditoriale della regione”. Sposato e Biondo hanno rispettivamente aperto e chiuso la serie di interventi previsti dal palco allestito nel piazzale della “Cittadella”, palco sul quale si sono alternate alcune testimonianze che – ha detto il segretario della Cgil – “sono molto significative delle condizioni drammatiche nelle quali ancora si trova la Calabria, colpita anche dall’esodo “biblico” delle tante intelligenze che emigrano per cercare fortuna e riconoscimenti altrove”. Tra i più applauditi dai manifestanti è stato don Ennio Stamile, referente regionale di “Libera”, che ha spronato la politica calabrese ad affrontare “la questione sociale fondamentale della Calabria, che è il lavoro, perché così si può affrontare con forza anche la ‘ndrangheta, che è il vero freno allo sviluppo”. Nel mirino delle critiche in primo luogo il presidente della Regione Mario Oliverio, che – ha sostenuto Sposato – “non ha ancora capito la gravità dell’emergenza occupazionale. Da mesi lo stiamo sollecitando sul tema del lavoro e su tanti altri temi come i trasporti, la sanità, i fondi comunitari e la ricerca ma finora non sono arrivate risposte efficaci, in più – ha rimarcato il segretario della Cgil Calabria – in queste ultime settimane il governo regionale ha persino, irresponsabilmente, provato a dividerci, commettendo un grave errore perché la Regione più povera d’Europa deve unirsi mettendo in piedi una grande alleanza sociale”. In più – ha rilevato Sposato – “c’è da rimarcare anche la lontananza del governo nazionale, che invece dovrebbe dedicare un’attenzione speciale alla Calabria a partire soprattutto dal potenziamento degli investimenti in ogni settore. La situazione insomma – ha concluso il segretario generale della Cgil regionale – non è più tollerabile. Se continueranno a mancare risposte concrete, sarà sciopero generale”. Nella manifestazione inoltre è stato da più parti stigmatizzato il comportamento della Cisl calabrese, che ha deciso di non aderire alla protesta delle altre due confederazioni con una posizione che Biondo della Uil ha definito “incomprensibile alla luce dei risultati negativi prodotti dalla Giunta regionale e delle battaglie unitarie che stavamo conducendo, anche se – ha concluso – sono sicuro che la Cisl tornerà insieme a noi nelle prossime iniziative, a cominciare dal possibile sciopero generale a livello regionale”.