“Siamo in una fase di cambiamenti delle mafie. Il compito dello Stato, oltre che svolgere un’azione di carattere repressivo, è anche capire questi cambiamenti, non limitarsi semplicemente all’utilizzo degli strumenti di cui dispone, che sono molti, ma anche ipotizzare nuove forme che non si realizzano soltanto attraverso l’azione repressiva”. Lo ha detto lunedì il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a margine del convegno svoltosi all’Università di Catanzaro sulle riforme attuate e da attuare in campo giudiziario. “Considero il nuovo codice antimafia come un grande risultato”, ha detto il ministro della Giustizia. “Il codice – ha aggiunto – prevede che chi guadagna 800 euro al mese ma ha accumulato un patrimonio milionario deve spiegare come ha fatto, perché altrimenti si può procedere al sequestro e alla confisca. Per troppo tempo su questi temi c’è stato un negazionismo”, ha detto ancora Orlando. Secondo Orlando, “c’è un ruolo della scuola, un ruolo della società, delle altre istituzioni che non sono le forze di polizia e la magistratura, che deve essere messo in campo e per questo credo sia utile un momento di riflessione e di costruzione di una vera e propria piattaforma. Le mafie – ha spiegato – tendono a diminuire in alcune realtà la loro caratteristica di intimidazione e a rafforzare la capacità corruttiva, a utilizzare il denaro per entrare nell’economia legale, a utilizzare una borghesia che diventa mafiosa e si mette al servizio delle organizzazioni criminali. Questo è un dato che non riguarda solo le regioni di storico insediamento, ma riguarda purtroppo – ha sottolineato – tutto il Paese e, come abbiamo spiegato ai nostri partners europei, può riguardare e sta riguardando anche i paesi dell’Ue”. Orlando si è poi rivolto ai giovani calabresi. “Mando un messaggio molto semplice – ha aggiunto – tornate a impegnarvi, a rivendicare un ruolo forte dello Stato perché c’è bisogno per ripartire non soltanto di strumenti per sconfiggere la criminalità organizzata, ma anche di investimenti pubblici e anche di una possibilità di accesso alla pubblica amministrazione”.