CATANZARO. “Un atto particolarmente grave adottato dopo che la Commissione d’accesso ha fatto verifiche per molti mesi”. Lo ha detto, parlando con i giornalisti, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, facendo riferimento allo scioglimento per condizionamenti della criminalità organizzata del Comune di Lamezia Terme. “Naturalmente – ha aggiunto Oliverio – non conosco il merito del provvedimento, che rappresenta comunque senza alcun dubbio una ferita che viene inferta alla democrazia. E che riguardando un Comune come Lamezia Terme, città importante per la Calabria, ha un impatto estremamente significativo”. Il Comune di Lamezia Terme è stato sciolto “per infiltrazioni mafiose” con decisione assunta mercoledì sera dal Consiglio dei ministri. Analoghi provvedimenti, con la stessa motivazione, sono stati adottati dall’esecutivo per altri quattro Comuni calabresi: Cassano allo Jonio, Isola Capo Rizzuto, Marina di Gioiosa Jonica e Petronà. Lamezia Terme, con i suoi oltre 70 mila abitanti, è la terza città della Calabria per popolazione dopo Reggio Calabria e Catanzaro. Per il Comune di Lamezia si tratta del terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose nella sua storia. Gli altri erano avvenuti nel 1991 e nel 2003. Il sindaco Paolo Mascaro, negli ultimi giorni, ha duramente attaccato sia la Commissione d’accesso che ha condotto le verifiche, e che non lo ha mai ascoltato, sia la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi che ha anticipato le conclusioni della Commissione d’accesso e del CdM.