REGGIO CALABRIA. È durato più di due ore il dibattito in consiglio regionale sulla sanità dopo l’informativa del presidente della Regione Mario Oliverio sullo stato del settore in Calabria e sull’interlocuzione con il governo nazionale, al quale il governatore ha chiesto la fine del commissariamento. Molti gli interventi che dai banchi della maggioranza e dell’opposizione si sono susseguiti al termine dell’intervento del governatore Oliverio. Il confronto è stato aperto da Wanda Ferro, del gruppo Misto, che si è “rammaricata per l’assenza da questo Consiglio regionale dei rappresentanti di Ap, il partito della ministro Lorenzin, le cui ultime esternazioni non ci convincono. Il presidente Oliverio ha il nostro sostegno perché il commissario Massimo Scura ha grandi responsabilità e anche a nostro avviso va rimosso, ma – ha osservato la Ferro – al presidente Oliverio voglio ricordare che hanno responsabilità anche i direttori generali nominati dalla sua Giunta e quelli che non hanno ben gestito vanno mandati a casa”. A sua volta Carlo Guccione, del Pd, ha evidenziato: “Spero che la seduta odierna sia davvero un punto di svolta. I commissariamenti hanno drenato risorse dei calabresi, lo abbiamo sperimentato sui rifiuti e adesso anche nella sanità. Non serve un nuovo documento politico del Consiglio per sostenere il governatore, serve che arrivi la nomina di Oliverio. C’è un nodo politico da sciogliere prioritariamente, se solo pensiamo a come il governo nazionale si è orientato con la Regione Campania”. “Al presidente Oliverio chiedo: perché non decidiamo di dimetterci tutti se non dovesse soddisfarci la decisione del Consiglio dei ministri? Sarebbe inaccettabile – ha spiegato Guccione – se il Cdm dovesse mantenere l’attuale commissario o lo sostituisse ma non con il presidente della Regione. Non sono più tollerabili ulteriori perdite di tempo né ulteriori mortificazioni degli organi regionali”. Il capogruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò ha osservato: “Più che la minaccia delle catene serviva una forte azione politica, ma la Calabria è penalizzata dalle contraddizioni della parte politica che governa il Paese, insensibile rispetto alle esigenze di questo territorio. Anche noi – ha sostenuto Nicolò – vogliamo che finisca la gestione commissariale, ma il governo regionale deve liberare la sanità da troppe logiche partitocratiche. E deve risolvere il nodo politico a tutti evidente, perché più che a palazzo Chigi Oliverio dovrebbe incatenarsi sotto la sede del Pd”. Arturo Bova ha stigmatizzato l’assenza dall’aula dei rappresentanti di Ap perché “bisogna sgomberare il campo dal sospetto che sulla sanità si facciano giochi di potere”. Gianluca Gallo, del Gruppo Misto, ha criticato il presidente Oliverio perché “la cultura dello scontro non porta a nulla e non tutto è colpa del commissario Scura, del resto la stessa ministro Lorenzin ha evidenziato gli errori da parte regionale”. Orlandino Greco, capogruppo di “Oliverio Presidente”, ha rimarcato la necessità di “porre la parola fine al commissariamento, che è la colonizzazione della Calabria, mettendo in campo un’azione forte e unitaria della classe politica calabrese e di quest’aula”. Francesco Cannizzaro, della Cdl, ha invece definito “vergognosa” la relazione del governatore Oliverio perché “non dice nulla su come vuole risollevare la sanità calabrese e punta solo sul chiodo fisso del ruolo del commissario, senza alcuna autocritica sulle scelte fallimentari della sua azione, per questo – ha affermato Cannizzaro – non sono d’accordo con i miei colleghi di opposizione che sono favorevoli a Oliverio commissario”. Dai banchi dell’opposizione è poi intervenuto anche Fausto Orsomarso, capogruppo del Misto: “Siamo disponibili a un serio confronto per una sanità migliore, ma la maggioranza deve evitare di mettersi sul piedistallo”. Il capogruppo del Pd Sebi Romeo ha espresso il plauso per “l’esaustiva relazione del governatore” e ha evidenziato “l’importante dato politico rappresentato dalla disponibilità di gran parte della minoranza, a parte la posizione di Cannizzaro che è evidentemente per il commissariamento”, proponendo “la riconvocazione del consiglio regionale subito dopo le determinazioni del Consiglio dei ministri in modo che quest’aula stabilisca le azioni da intraprendere”.