ROSSANO. Si chiamava Giuseppe Vitale, detto “Tonino”, l’uomo ucciso nel pomeriggio dal figlio Cesare a Rossano al culmine di un litigio per futili motivi. Vitale, che lavorava come impiegato nel Tribunale di Castrovillari, sarebbe stato raggiunto da due colpi di fucile da caccia sparati dal figlio che, secondo quanto si è appreso, avrebbe imbracciato l’arma, legalmente detenuta, per andare a fare una battuta. Cesare Vitale, attualmente, è in stato di fermo nella sede del Commissariato di Ps di Rossano. Le indagini sul parricidio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, sono condotte dalla Polizia di Rossano con la collaborazione dei carabinieri. Gli inquirenti, in particolare, stanno cercando di fare chiarezza sulla dinamica del delitto tentando di capire se alla base dell’atto criminale compiuto dal figlio di Vitale ci fossero dissidi covati da tempo e sfociati, oggi, nella tragedia. Un fatto che, proprio nel giorno di Natale, ha gettato nello sconforto parenti, amici e vicini di casa.