CATANZARO. I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Crotone, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno disarticolato la cosca ‘ndranghetista Farao-Marincola, sequestrando inoltre i consistenti patrimoni che la stessa aveva accumulato nel corso degli anni. Il sodalizio aveva ramificazioni in diverse regioni italiane e la sua operatività, come accertato in collaborazione con la polizia tedesca, si estendeva anche nei lander dell’Assia e del Baden-Wurttemberg. Le indagini hanno ricostruito uno scenario di pervasiva infiltrazione mafiosa in diversi settori economico-imprenditoriali, dal commercio di prodotti vinicoli e alimentari, alla raccolta dei rifiuti, ai servizi funebri, agli appalti pubblici, nonché una fitta rete di connivenze da parte di pubblici amministratori.
I numerosi arresti ed i sequestri per un valore complessivo di 50 milioni di euro sono stati eseguiti dai carabinieri in Italia e contestualmente dalla polizia tedesca in Germania. Tra gli arrestati c’è anche il presidente della Provincia di Crotone. Parrilla, sindaco di Cirò Marina, è stato eletto da una coalizione civica che si richiama al centrosinistra. Oltre a Parrilla, sono stati raggiunti dall’ordinanza il primo cittadino di Strongoli, Michele Laurenzano, il vicesindaco di Cirò Marina, Giuseppe Berardi, l’ex sindaco Roberto Siciliani e il fratello Nevio che è stato assessore dello stesso Comune; il presidente del Consiglio comunale Giancarlo Fuscaldo. Ordinanza di arresto per il vicesindaco di Casabona, Domenico Cerrelli. Per tutti l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Arrestati anche il sindaco di Mandatoriccio, Angelo Donnici, il suo vice Filippo Mazza, e l’ex sindaco di San Giovanni in Fiore, Giovambattista Benincasa.
“La più grande operazione fatta negli ultimi ventitrè anni per numero di arrestati. Non nasce a caso, ma è il frutto di un progetto, di un’idea”, ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, che non usa mezzi termini nel presentare gli esiti dell’operazione “Stige”. I 169 arresti, il coinvolgimento diretto di politici e imprenditori, l’avere colpito direttamente gli imponenti affari della ‘ndrangheta, hanno fatto esultare il magistrato. Davanti a lui anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il generale Tullio Del Sette, che ha deciso di presenziare alla conferenza stampa tenuta a Catanzaro per testimoniare la sua vicinanza al lavoro portato avanti da Carabinieri e magistratura. Ed è proprio a Del Sette che Gratteri si è rivolto, raccontando un retroscena: “Prima di arrivare qui come procuratore capo – ha detto – sono andato a trovare anche il generale Del Sette e la sua presenza dà l’idea del progetto che ho presentato. È stato il primo a credere in tutto questo, tant’è che prima ancora che io arrivassi ha mandato in Calabria uomini di prima classe. Li ha mandati in periferia, al fronte, ha rischiato, ma è riuscito a motivarli al meglio”. Il procuratore Gratteri, nel complimentarsi con gli investigatori, ha sottolineato i risultati raggiunti con l’operazione: “È un’indagine da portare nelle scuole di polizia giudiziaria ed in quella della magistratura – ha detto – anche perché riguarda soprattutto la parte economica e con la ‘ndrangheta che ha messo i suoi uomini direttamente nella gestione del potere”.