CATANZARO. Quattro giovani sono stati arrestati mercoledì a Catanzaro dai Carabinieri della locale compagnia. Per uno di loro si sono aperte le porte del carcere, agli altri sono stati concessi i domiciliari. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio di marijuana e hashish nel capoluogo calabrese, oltre che di una serie di episodi di estorsione, rapina e lesioni perpetrate ai danni di giovani acquirenti, alcuni dei quali minorenni. I militari hanno anche eseguito perquisizioni domiciliari. In carcere è finito Domenico Canino, 24 anni, già noto alle cronache locali per essere stato individuato, nel 2013, come referente principale dello spaccio di droghe leggere ai giardini San Leonardo, noto luogo di ritrovo giovanile della città. E’ ritenuto il capo del gruppo di spacciatori. Domiciliari per Matteo Raffaele, 23 anni, subordinato a Canino al quale doveva rendere conto della sua attività, ritenuto responsabile di diversi episodi di spaccio, minaccia ed estorsione, Pietro Barberio, e Raffaele Canino, entrambi di 23 anni e ritenuti complici del loro capo in episodi di minaccia di morte e estorsione ai danni di giovani vessati e picchiati per saldare il loro debito di droga. L’indagine, condotta dai Carabinieri della Compagnia Catanzaro, che ha portato all’arresto dei 4, residenti nel quartiere Siano, è partita nel 2016. Il gruppo aveva disseminato il terrore tra i numerosi giovani acquirenti. Pugni, schiaffi, estorsioni e minacce di morte, ritorsioni violente, appostamenti presso le rispettive abitazioni, violenze attuate con più condotte e in tempi diversi. Tutto questo dovevano subire i giovani, alcuni dei quali minorenni, che, caduti nella trappola della dipendenza, nell’impossibilità di pagare la dose o le dosi da consumare, la ricevevano “a credito”, entrando in un vortice vizioso che determinava l’insorgenza di un debito, via via sempre più elevato, con i pusher. Alcune delle vittime, molte delle quali appartenenti alla “Catanzaro bene”, per saldare il dovuto, erano state costrette a sottrarre fraudolentemente ai genitori alcuni monili in oro, da cambiare in denaro ai “Compro Oro”, o il bancomat per prelevare il denaro da corrispondere ai pusher. Altri, addirittura, si erano messi al servizio del gruppo, trasformandosi, a loro volta, in spacciatori per la vendita dello stupefacente a favore di terzi, fino all’agognata ma pressochè irrealizzabile estinzione del debito. In altri casi a ricevere minacce erano stati gli stessi genitori che, per proteggere l’incolumità dei propri figli, avevano attivato un canale diretto con i pusher, versando al gruppo ingenti somme di denaro, anche di diverse migliaia di euro. L’indagine, denominata convenzionalmente “Payback” e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Catanzaro, era scattata a seguito di due distinte denunce presentate ai Carabinieri di Villa Trieste da parte di altrettanti genitori, ormai esasperati dalle continue richieste di denaro dei figli che dovevano pagare i loro debiti di droga. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti con il supporto di una squadra di cani antidroga del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.