Migranti e vaccini sono i temi al centro della nuova polemica politica che coinvolge direttamente Lega e Movimento 5 Stelle. A far scoppiare la bufera è una frase del candidato leghista alla carica di governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che ai microfoni di Radio Padania ha parlato di pericolo invasione e di rischio per la “razza bianca” a seguito dei tanti arrivi. Parole che suscitano la reazione indignata bipartisan (con alcune singole eccezioni) delle altre forze politiche e la Lega finisce nel mirino. Anche i pentastellati, però, si ‘guadagnano’ la loro dose di polemiche: è il candidato premier Luigi Di Maio a finire sul banco degli imputati, ‘reo’ di aver annunciato che, una volta al governo, cancellerà la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale. In un intervento radiofonico, Fontana ha spiegato, parlando del fenomeno dei migranti, che non si possono accettare tutti “perchè vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica”. Il motivo, secondo l’ex sindaco di Varese, è semplice: “loro sono molti più di noi”. Quanto ai vaccini, è Di Maio ad innescare la miccia: al governo, annuncia, “faremo una legge sulla raccomandazione dei Vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione” e non per l’obbligo. Dunque, per Di Maio si dovrebbe tornare a “come era prima del decreto Lorenzin”. A replicare è la stessa ministra della Salute e leader di Civica popolare, Beatrice Lorenzin: “Di Maio come Salvini, sui vaccini, come su tutto il resto, il populismo parla la stessa lingua”.