Undici misure cautelari e varie perquisizioni nell’ambito di un’operazione della Guardia di finanza di Crotone coordinata dalla Procura della Repubblica. L’indagine riguarda un’organizzazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di prodotti petroliferi ed all’evasione d’imposta, per una frode di oltre 1 milione di euro. Le Fiamme Gialle pitagoriche, in particolare, hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e 5 misure coercitive di obbligo di dimora nei confronti di un sodalizio delinquenziale dedito al contrabbando di prodotti petroliferi. L’inchiesta, diretta dalla Procura crotonese e condotta dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria e della Compagnia di Crotone, conclusa con la denuncia di 21 persone, ha permesso di ricostruire una frode, all’Iva e alle accise, per oltre 1 milione di euro, con conseguente immissione illegale di 1 milione e 400 mila litri di pseudo gasolio.
L’indagine è partita grazie dal sequestro avvenuto il 4 aprile del 2016, nei pressi di Cutro (Kr), di un’autocisterna polacca che trasportava prodotto petrolifero “anomalo” sulle strade della provincia di Crotone. Tramite fabbriche di prodotti energetici in Polonia, il prodotto petrolifero veniva formalmente venduto a società operanti nella Repubblica Ceca. L’organizzazione era riuscita a predisporre una miscela energetica che fiscalmente era assimilabile all’olio lubrificante (prodotto non sottoposto ad accisa) ma, tuttavia, avendone le stesse caratteristiche energetiche (e visive), veniva commercializzato come gasolio, senza però essere gravato da misure fiscali come quelle che determinano il costo al consumo alla pompa.
A tessere le fila della rete era un ristretto gruppo con base in Calabria, nella cittadina di Torretta di Crucoli, ma già operante e conosciuto in altre zone d’Italiagrazie ad una indagine analoga svolta dai finanzieri di Udine. L’apparente “olio lubrificante” in realtà gasolio per autotrazione, veniva caricato in un altro paese membro dell’Unione Europea, prima di esser distribuito in Italia ad aziende compiacenti. Ciò avveniva attraverso vettori esteri, occultando il prodotto in contenitori di polietilene di forma cubica, cosiddetti “bulk” caricati a bordo di camion telonati e non idonei allo specifico trasporto di prodotti classificati pericolosi. Gli inquirenti sono così arrivati ad un secondo imponente sequestro di un carico intercettato all’interno di un’azienda di autotrasporti il 14 aprile 2014. Ma nonostante le indagini in corso, il gruppo criminale avrebbe continuato ad operare incessantemente, intessendo rapporti con imprenditori di altre provincie italiane, come Lucca, Milano, Parma e nella provincia di Barletta – Andria – Trani, dove i finanzieri della Compagnia di Andria (BAT) hanno sequestrato il 20 novembre 2016 ad un ulteriore sequestro di olio lubrificante. L’ultimo dei sequestri, questa volta operato a Crucoli Torretta, è stato effettuato il 22 novembre 2016.
I provvedimenti giudiziari hanno riguardato Francesco Celsi detto “ù Baron” e Giovan Pietro Celsi, detto “Gianpiero”, indicati come promotori e capi dell’organizzazione; Vincenzo Madea, detto “Mandarino”, che avrebbe operato come agente di commercio del prodotto con il compito di piazzarlo e di intessere affari; Mario Sproviero, “testa di legno” delle società, nel tempo fittiziamente destinatarie del prodotto, ma dai cui conti partivano bonifici per i fornitori esteri per centinaia di magliaia di euro; Simone Celsi, Massimo Carvelli, Nicola Garofalo, Giulio Esposito, Emilio Bosso, Giuseppe Anastasio e Cosimo Manetta, tutti a vario titolo coinvolti nell’attività del sodalizio criminale.