REGGIO CALABRIA. La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha eseguito 25 decreti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica, nei confronti di esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Tegano, operante nel capoluogo reggino. I fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso. L’operazione, denominata “Il Padrino”, ha consentito di ricostruire l’organigramma della cosca e di acquisire elementi sulle innumerevoli attività illecite gestite. Venticinque persone sono state raggiunte da decreto di fermo di indiziato di delitto eseguito dalla Polizia ed emesso dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, con l’accusa, a vario titolo, di associazione mafiosa, per essere membri o concorrenti esterni alle cosche di ‘ndrangheta De Stefano e Tegano, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena in relazione alla latitanza del boss Giovanni De Stefano, considerato vertice indiscusso dell’omonima cosca, catturato il 26 aprile 2010 dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria. I fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso. L’operazione, denominata “Il Padrino”, ha consentito di ricostruire l’organigramma della cosca e di acquisire elementi sulle innumerevoli attività illecite gestite. I destinatari del decreto di fermo sono: Edmondo Branca, di 35 anni; Francesco Caponera, di 38 anni; Stefano Costantino, di 46 anni; Andrea Giungo, di 42 anni; Francesco Giunta, di 39 anni; Antonio Lavilla, di 39 anni; Antonio Marco Malara, di 35 anni; Domenico Marala, di 38 anni; Giovanni Malara, di 69 anni; Paolo Malara, di 40 anni; Sergio Malara, di 33 anni; Francesco Marino, di 47 anni; Silvana Marra, di 30 anni; Vincenza Marra, di 29 anni; Francesco Pellicano, di 60 anni; Giovanni Pellicano, di 62 anni; Antonia Rappacio, di 59 anni; Antonio Rechichi, di 75 anni; Giuseppina Richichi, di 52 anni; Domenico Paolo Saracena, di 69 anni; Giorgio Saraceno, di 31 anni; Giuseppa Serafino, di 47 anni; Giuseppe Surace, di 44 anni; Emilio Eugenio Tiara, di 46 anni; Vincenzino Zappia, di 46 anni. Le indagini che hanno portato all’esecuzione dei 25 fermi, sono partite dalle attività volte alla cattura dell’ex superlatitante Giovanni Tegano. Nato nel 1939, adesso Tegano è detenuto in regime di carcere duro, ex articolo 41 dell’ordinamento penitenziario. Secondo gli inquirenti in epoca anteriore al summit di ‘ndrangheta tenutosi a Montalto, in Aspromonte, il 26 ottobre 1969, Giovanni Tegano era già il capo della omonima famiglia di ‘ndrangheta. Nel 1985, in piena seconda guerra di mafia, Tegano si allontanò volontariamente dal proprio domicilio di Reggio Calabria, per sottrarsi a vendette. Dal 1993, invece, si sottrasse ufficialmente alle ricerche dello Stato, quando nell’ambito del processo Olimpia fu raggiunto da diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa e altri reati. Nel 2003 a suo carico scattò un ordine di esecuzione per scontare la pena dell’ergastolo. Furono avviate indagini volte a catturare il superlatitante e disarticolare la sua cosca, che consentono agli inquirenti di declinare il contesto associativo della cosca Tegano, storicamente federata alla cosca De Stefano. Le nuove indagini continuano a scavare sui rapporti tra De Stefano e Tegano, i quali nel frattempo hanno rinsaldato la storica alleanza con il matrimonio della nipote prediletta dei fratelli Tegano con Orazio De Stefano, latitante fino al 2004.