CATANZARO. “Fino a quando una certa politica reggina non abbandonerà la sua malsana idea che regole e ordine istituzionali possano essere disattesi senza alcun pudore, in Calabria non ci sarà né fiducia pubblica nè limpidezza”. Inizia così un intervento scritto del movimento “catanzaroNelCuore”, in riferimento alla sede della direzione regionale dell’Agenzia delle Dogane.
“Lo scorso 28 febbraio – si fa rilevare – il Comitato di gestione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha emesso la delibera n. 359 che attribuisce a Catanzaro la sede della Direzione Regionale Calabria con competenza sul territorio delle regioni Calabria e Basilicata. Tutto ciò, evidentemente e correttamente, in linea con quanto avviene in altre aree del Paese dove il capoluogo di regione è rappresentato quale ente esponenziale, costituzionalmente rilevante, della collettività locale, e pertanto sede di enti e uffici che rivestono importanza regionale o sovraregionale. Taluni ambienti sociali e politici continuano però anacronisticamente ad alzare barricate per rivendicare ciò che non possono rivendicare, con ciò fomentando un clima orientato ad uno scontro inutile. Inutile perchè basato su motivazioni fasulle”.
CatanzaroNelCuore fa un veloce riepilogo storico: “Già nel 2007 – scrive – si sceglie correttamente Catanzaro quale sede regionale delle Dogane dal momento che la Calabria venne staccata dalla competenza di Napoli. Il Comune di Reggio, appellandosi ad una lesa maestà basata sul nulla e fondata sul niente, ricorre al Tar: la sentenza è favorevole a Catanzaro ma sarà poi contraddetta nel 2008 dal Consiglio di Stato con motivazioni apparse sin da subito come forzate”. Nella nota di CatanzaroNelCuore si legge ancora: “Oggi che l’Agenzia ritiene opportuno accorpare Calabria e Basilicata e pertanto, con motivazioni ulteriormente rafforzate, di ubicarne a Catanzaro la sede, ecco venir fuori nuovamente l’immancabile strascico campanilistico corredato dal pianto di lesa maestà che si leva da Reggio. Dallo Stretto minacciano battaglie e, mentendo, parlano di scippo, quando è palese che lo scippo lo ha subìto Catanzaro nel 2008. Sperando che a Roma non si facciano intimidire dai metodi sporchi e prevaricatori di chi abitualmente tenta di riempire di contenuti ruoli che non gli appartengono e mai gli sono appartenuti, nel frattempo registriamo e offriamo la seguente riflessione: ogni qualvolta si tenti – al di fuori di ogni condizionamento del potentato di turno – di razionalizzare l’apparato regionale e dello Stato nelle sue articolazioni periferiche, la scelta rispecchia coerentemente ragioni di buon senso, di efficacia, di efficienza, di equità. Laddove al contrario intervengono pressioni indebite, la scelta ricade su esiti illogici. Ciò che dimostra, una volta di più, – secondo il movimento – che la politica non deve ragionare con le categorie del particolarismo, del clientelarismo, del più forte, ma deve informarsi al buon senso. Ne approfittiamo per evidenziare questo nobile aspetto ai politici catanzaresi neoeletti, affinché la loro azione e l’impegno promesso in campagna elettorale siano orientati verso tale giudizio e – nella fattispecie venuta fuori in questi giorni circa la direzione regionale delle Dogane – di intervenire presso il ministro Padoan – si legge infine – affinché firmi e confermi quanto stabilito dal Comitato di gestione delle Dogane e dei Monopoli, così sventando il rischio dell’ennesima pagina di prevaricazione ai danni di Catanzaro e della buona politica”.