CROTONE. “Indomiti, furenti, tenaci e combattivi. Questo è il Crotone”. Carica così la squadra Walter Zenga nella conferenza stampa in vista della gara di sabato a Firenze. Il Crotone ha ormai compreso gli insegnamenti tattici e per questo il tecnico vuole che assuma sempre un atteggiamento mentale che punti al massimo risultato. “La squadra – sottolinea Zenga – ha come emblema un animale che è all’apice della catena alimentare: lo squalo. Io l’ho scritto nel mio libro: farò sempre come gli squali, andrò avanti e questa squadra avrà fino all’ultimo minuto del campionato queste caratteristiche. Pensare positivo non significa essere forte. É l’atteggiamento mentale che conta: vuol dire mi preparo a fare qualcosa di importante”. “Ho visto questa settimana una squadra che si è allenata con grande attenzione, lo spirito giusto da parte chi è tornato dalle nazionali – ha detto ancora Zenga -. Penso di aver recuperato quasi tutti. Ho anche forzato delle situazioni. Abbiamo dieci gare da affrontare e da sabato ci mettiamo in apnea e ci giochiamo queste partite con quelle caratteristiche di determinazione che ha la mia squadra”. Il Crotone dovrà fare tre gare in sette giorni di cui due in trasferta, a Firenze e poi a Torino per il recupero. Al momento, a parte Budimir (“per lui stagione finita”) e Simic, gli altri sono stati tutti recuperati. “La partita più importante – sostiene il tecnico – è la prima. In questo momento il nostro focus è sulla Fiorentina, poi pensiamo al Torino”. “Di solito guardo le ultime gare degli avversari ma con la Fiorentina non ce l’ho fatta – ha ammesso Zenga -, non sono riuscito a vedere quelle con Astori, mi faceva male pensare a quel che è accaduto. Lunedì a Coverciano ho parlato con Pioli e gli ho fatto i complimenti per come hanno reagito e per come sono uniti. Sono molto aggressivi, giocano un calcio bello e senza punti di riferimento e sono in una condizione di unità. Per questo serve un Crotone indomito, combattivo, furente e tenace. Pioli è competente, all’Inter è stato solo sfortunato. Sono certo che sarà capace di mettere in campo un undici competitivo anche con le assenze di cui si parla. Certo Chiesa mi piacerebbe vederlo in campo anche perché io ho giocato con suo padre alla Sampdoria e il figlio ha le sue stesse caratteristiche”, ha concluso l’allenatore rossoblù.