GIOIA TAURO. Sostenere la spesa e gli investimenti pubblici. Programmare le politiche industriali e i processi di innovazione creando una nuova Agenzia per lo sviluppo industriale, una nuova Iri. Connettere territori e persone con collegamenti materiali e immateriali finanziati da un Fondo destinato alla mobilità. Prendersi cura del territorio e di chi lo abita, con una strategia pluriennale che lo metta in sicurezza ed eviti lo spopolamento delle aree interne. Sono questi i capisaldi per la crescita, elaborati dalla Cgil in occasione dell’iniziativa “L’Italia del Mezzogiorno” che si svolge a Gioia Tauro alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Nella piattaforma della Cgil si riconosce “un parziale ritorno di attenzione politica sul tema Mezzogiorno, con una serie di interventi governativi come ‘Masterplan’ e patti territoriali” a fronte, però, del “divario aumentato negli anni di crisi”. Il nodo principale dal quale partire per dare respiro al Sud resta, comunque, la mancanza di domanda di lavoro. Tra le proposte avanzate dalla Cgil nel documento vi è “l’aumento dell’intensità dell’investimento pubblico nel Mezzogiorno, portando la spesa ordinaria in conto capitale dello Stato verso le regioni del Sud ad almeno il 45% del totale per un quinquennio. Per la Confederazione il 34,5% attualmente previsto dall’ultimo ‘decreto Sud’ non sarebbe sufficiente. Per quanto riguarda le risorse aggiuntive, programmazione europea e Fondo Sviluppo e Coesione, la Cgil chiede di accelerare la spesa concentrandola su un numero ridotto di progetti, ma ciò richiede una riforma dell’Agenzia per la Coesione Territoriale di modo da renderla in grado di operare nei territori”. In materia di programmazione, secondo gli esperti della Cgil, “l’assenza di una strategia unica e condivisa dei principali soggetti coinvolti, al di là di quelli governativi come Invitalia, Cdp, Agenzia per la Coesione, evidenzia la necessità di creare un’Agenzia pubblica, una sorta di nuova Iri per il governo delle politiche di sviluppo industriale e per la gestione dei fondi”. Ènecessario, inoltre, “introdurre un fondo destinato alla mobilità nel Mezzogiorno, considerando prioritari sia i grandi assi ferroviari e autostradali che quelli secondari per evitare la marginalizzazione di aree con il conseguente spopolamento. Connettere i territori non significa costruire solo collegamenti fisici, ma garantire anche l’infrastrutturazione sociale e immateriale”. Per la Cgil, infine, servono “le risorse e una strategia pluriennale per la messa in sicurezza, la cura e la valorizzazione del territorio e del patrimonio ambientale, la vera emergenza nazionale, e del Sud in particolare”.