Il piccolo Intercity continua a percorrere la ferrovia jonica collegando Reggio Calabria con Taranto passando da Roccella, Catanzaro Lido e Sibari. Ma non si tratta del classico treno intercity con scompartimenti da 6, che corre regolarmente e quotidianamente ad esempio sulla ferrovia tirrenica, bensì di un piccolo convoglio che, anziché fermare la sua corsa a Sibari, prosegue su tutto l’arco ionico fino al capoluogo di provincia pugliese. Ha le dimensioni della classica littorina ben conosciuta sulle linee ferroviarie calabresi, spogliate ed impoverite da decenni.
Quella dell’”intercity-littorina” o del “mini-intercity” è una storia nota ed arcinota. Il tutto comincia all’inizio dello scorso anno quando, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato un intervento di potenziamento sulla ferrovia jonica; si tratta di circa 307 milioni di euro provenienti dai Fondi di sviluppo e coesione. Un piano a suo tempo illustrato, peraltro, anche in Cittadella regionale assieme al presidente della Giunta, Mario Oliverio, ed all’assessore regionale al ramo, Roberto Musmanno, applaudito dall’entusiasmo della popolazione calabrese della jonica, da tempo penalizzata fortemente negli spostamenti, una criticità, ovviamente, che rappresenta un freno allo sviluppo della stessa area. Il piano ha previsto l’introduzione di una nuova coppia di treni per il collegamento Calabria-Puglia e viceversa, oltre ad importanti lavori di ammodernamento e di riqualificazione della linea, una delle piu’ affascinanti, in quanto corre parallela alla costa da una parte ed alla 106 dall’altra, ma tra le piu’ vetuste d’Italia. Il problema è proprio qui. La ferrovia jonica, infatti, è una linea non ancora elettrificata, pertanto percorribile solo con materiale diesel; gli intercity, invece, hanno locomotori elettrici. In sostanza, Regione, Ministero e Ferrovie hanno trovato l’accordo per aumentare le corse, ma sulla jonica si viaggia ancora su littorina anche se formalmente in intercity. Il tutto dopo alcuni guasti verificatisi ad una coppia di treni formata da un locomotore diesel con carrozze nuove dotate di prese ed aria condizionata. L’azienda di trasposto contava e sperava di risolvere il problema entro fine anno, ma per ora non è accaduto.
Per correttezza di cronaca e di informazione, è giusto ricordare anche che chi utilizza tale intercity, o quello del mattino per recarsi verso la Puglia e quello delle 13,07 da Taranto per Reggio Calabria (Intercity 566), paga il 30 per cento in meno rispetto al costo di un Intercity nel resto d’Italia e che a bordo possono viaggiare, senza sovraprezzo, anche i pendolari abbonati al trasporto regionale; ma è anche vero che guai ad aspettarsi servizi efficienti e moderni quali, ad esempio, prese di corrente o aria condizionata. Questa è una situazione precaria che continua a paralizzare lo sviluppo reale dell’intera fascia jonica, calabrese, lucana e pugliese. Lo sanno bene anche le rispettive amministrazioni regionali, tanto è vero che nei mesi scorsi gli assessori alle infrastrutture ed ai trasporti Musmanno della Calabria, Nunziante della Puglia e Benedetto della Basilicata, hanno partecipato ad un incontro a Taranto con alcuni parlamentari per continuare il lavoro già avviato in sinergia sulla riattivazione dei treni sulla tratta Sibari-Taranto. L’obiettivo ultimo è quello di attivare 8 coppie di treni per realizzare un servizio su scala interregionale che riesca ad unire, con fermate in tutte le stazioni, le comunità della fascia jonica delle tre regioni tramite un servizio di qualità. La rivitalizzazione del cosiddetto “arco ionico” diventa vitale per l’economia ed il turismo e per la valorizzazione della Magna Graecia. La proposta interessantissima girata a Trenitalia è proprio che la denominazione di ferrovia jonica lasci il posto a quella di “ferrovia della Magna Graecia”. Il nostro viaggio a bordo degli intercity 562 e 566 ha voluto testimoniare che negli ultimi due anni sulla ferrovia della costa orientale della Calabria sono stati raggiunti discreti risultati proprio nella prospettiva di tale rivalorizzazione ma altresì che siamo ancora lontanissimi da una “normalizzazione” ambita da decenni e che la dignità della popolazione calabrese nello specifico finalmente meriterebbe in un’ottica di maggiore possibile fruizione del sistema trasporti, spostamenti e collegamenti. Proseguendo sulla linea Taranto-Bari, infatti, abbiamo avuto modo di constatare che lo stato di salute delle ferrovie pugliesi è nettamente migliore, considerato che il collegamento tra lo scalo jonico e quello adriatico avviene grazie a un treno regionale senz’altro piu’ moderno, oltre che palesemente piu’ grande, spazioso e capiente, rispetto al “povero” intercity attivo in Calabria, che pero’, nonostante tutto, ogni giorno fa ampiamente la sua parte percorrendo la ferrovia della costa orientale calabrese in un affascinante ma lentissimo viaggio anni’80.
Basterebbe comunque, semplicemente, chiamare ognuno col suo nome e non definire intercity un valido ed orgoglioso trenino, eterna bandiera della nostra amata ferrovia jonica.
Manuel Soluri