“Non è più tempo di girarsi dall’altra parte, e per chi vorrà farlo noi ci saremo”. Queste le parole pronunciate dal nuovo procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso del suo discorso di insediamento alla cerimonia tenuta ieri nell’aula 13 del Tribunale di Reggio Calabria. Alla cerimonia sono intervenute le massime autorità del distretto giudiziario, nonchè il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ex procuratore capo di Reggio cui oggi succede Bombardieri, e l’attuale procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, dove Bombardieri è stato fino a ieri procuratore aggiunto. “Per me – ha detto Bombardieri – è un grande onore essere qui oggi ad assumere le funzioni di procuratore della Repubblica, di un ufficio giudiziario così prestigioso. Una procura già diretta da procuratori, e cito solamente l’ultimo in ordine di tempo, Federico Cafiero De Raho, attuale procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che è qui a testimoniare non solo il legame con questo ufficio, ma la vicinanza del suo al nostro ufficio, a noi che siamo qui a lavorare in quella terra che qualche anno addietro in una conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, è stata definita da un ministro dell’Interno dell’epoca, una trincea anti-’ndrangheta”. “Le procure calabresi – Catanzaro e Reggio Calabria – sono quelle – ha aggiunto Bombardieri – che maggiormente hanno bisogno di sentire vicine le istituzioni, hanno bisogno di essere dotate degli strumenti giuridici, e ancor prima materiali, per potere affrontare, non con episodicità, ma con continuità e sistematicità, questo gravissimo fenomeno criminale”. “La squadra Stato – ha assicurato Bombardieri – non si fermerà, anzi svilupperà ogni ulteriore forma di collaborazione, sempre nel puntuale rispetto delle reciproche competenze fra istituzioni, all’interno come all’esterno della magistratura. La lotta alla criminalità organizzata non può essere solo un problema della magistratura e delle forze dell’ordine, è un problema di tutti, è un problema della società civile. Dobbiamo avere la forza di chiedere a tutti di non girarsi dall’altra parte, di stare vicino a chi è vittima e non isolarlo.”