NAPOLI. Una pubblica amministrazione al di sopra dei 50 anni di età media, al di sotto dell’organico necessario, poco informatizzata e anche poco motivata. Un ritratto impietoso che può essere modificato con una pianificazione ad alto impatto sull’occupazione nel settore pubblico. Ne è convinto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che chiama a raccolta i ‘governatori’ delle altre regioni del Mezzogiorno per presentare il suo Piano per il lavoro, un investimento da 104 milioni di euro che prevede un percorso di 24 mesi per la formazione di giovani, dopo una ricognizione sul fabbisogno di personale, con l’inserimento in tirocinio per migliaia di giovani, che potranno essere poi assunti a tempo indeterminato. Dal canto loro, i presidenti di Puglia, Basilicata, Molise, Calabria e Sicilia hanno sottoscritto un memorandum con il quale si ripropongono di replicare il modello campano nei loro territori. L’obiettivo è di arrivare poi a una proposta comune da portare al tavolo del Governo. “Insieme si pesa e si cresce; divisi, come è stato finora, si è deboli e non si incide”. Per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, l’intesa tra i governatori della Regioni del Sud può rappresentare un inizio giusto per la ripartenza del Mezzogiorno. L’occasione per discuterne è la presentazione del Patto per il lavoro lanciato dalla Regione Campania a Napoli. Oliverio, poi, riferendosi alla posizione espressa dal ‘governatore’ della Sicilia, Nello Musumeci, su un possibile “partito del Sud”, ritiene “necessario che il Mezzogiorno cominci a parlare un solo linguaggio e abbia una proposta comune”. Nei progetti di De Luca l’interlocuzione con il Governo non si fonderà sulla richiesta di risorse aggiuntive: “Le regioni del Sud devono fare blocco e chiedere un piano del lavoro per i giovani da centinaia di migliaia di assunzioni nella pubblica amministrazione da tre miliardi, il 5% degli incentivi alle imprese dello Stato”, dice. Il piano campano sarà finanziato interamente dalla Regione. La sfida a creare dal basso un progetto omogeneo per rilanciare l’occupazione al sud trova il favore degli altri presidenti di Regione a cominciare da Nello Musumeci per la Sicilia che trova la proposta “assolutamente interessante e va applicata”. Per il presidente della Regione siciliana il pubblico impiego serve a sostenere il lavoro privato. “Le imprese hanno bisogno di una burocrazia agile, snella, preparata sensibile – spiega – pronta ad accogliere le istanze del territorio. I tempi dei burocrati non sono quelli del Paese, quindi abbiamo bisogno di rinnovare la presenza negli uffici pubblici sensibilizzare i dipendenti pubblici, far capire loro che la immissione in servizio non è un punto di arrivo ma di partenza”. Il lavoro nel pubblico impiego, quindi, non più come una sorta di ammortizzatore sociale ma un investimento pubblico che faccia da moltiplicatore per quelli privati. “Il tema del lavoro è complementare ad altri – spiega il presidente del Molise, Donato Toma – il Molise vorrebbe diventare capofila sulle infrastrutture che sono fondamentali e sono in diretta connessione per la creazione di lavoro”. Della centralità del patto è convinto il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. “L’iniziativa di oggi – rimarca – è un punto di partenza di un percorso perché le regioni del Sud possano stringere un patto per esprimere le proprie potenzialità. Il Mezzogiorno ha bisogno di negoziare con le istituzioni nazionali, con un peso forte partendo dal lavoro e proseguendo con le infrastrutture e i servizi”. Preoccupato della situazione attuale è il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, che nel “contratto di governo” non ha visto “segnali conseguenti all’accordo”. “Il tema posto da De Luca nell’interlocuzione proattiva – spiega – serve a chiarire se c’è in piedi un binomio infrastrutture e investimenti al Nord, e assistenza a Sud. Oppure se c’è una visione di sviluppo dell’intero sistema Italia. Qual è la visione del Governo che ha bisogno di tenere vocazioni anche diverse? Partiamo da progetti sul lavoro”. Partire da progetti efficaci, per l’assessore regionale al Lavoro della Puglia, Sebastiano Leo, significa inserire nella pubblica amministrazione giovani qualificati. “Partire dalla pubblica amministrazione è stata un’intuizione importante – spiega – dialogare e parlare la stessa lingua tra pubblica amministrazione e imprese, fare formazione continua, mettere i giovani nella pubblica amministrazione è necessario, anche perché le altre nazioni corrono e se non investiamo davvero sulla macchina amministrativa non possiamo fare quel salto di qualità con quella velocità che ci occorre in un mondo globale”.