La povertà in Europa “si mantiene stabile” nel 2016 rispetto al 2015, mentre in Italia “la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 30% (18.136.663 individui), in aumento rispetto all’anno precedente: l’obiettivo di Europa 2020 rimane quindi molto lontano”. Lo rileva l’Istat nel rapporto in cui aggiorna gli indicatori dell’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile. La povertà di reddito riguarda il 20,6% della popolazione (in aumento rispetto al 19,9% del 2015), la grave deprivazione materiale il 12,1% (dall’11,5%) mentre la quota di chi vive in famiglie con una intensità di lavoro molto bassa è del 12,8% (dall’11,7% del 2015). Le disparità regionali sono molto ampie. Nel Mezzogiorno è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui (46,9%) contro uno ogni cinque del Nord (19,4%). Nel 2017 in Italia si stima siano 5 milioni e 58mila gli individui in povertà assoluta (8,4% della popolazione). Le condizioni dei minori rimangono critiche: l’incidenza di povertà assoluta tra di essi è pari al 12,1%; in peggioramento la condizione di giovani, adulti e anziani.