CATANZARO. È durata due ore l’audizione, presso la Prefettura di Catanzaro, delle associazioni di categoria e dei sindacati da parte del commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Domenico Cuttaia. Al centro dell’audizione l’analisi dei dati territoriali relativi al Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione e usura e le strategie da mettere in campo in futuro. Tra i soggetti auditi dal commissario Cuttaia, i rappresentati di Confindustria, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, l’associazione “Libera”, le associazioni e le fondazioni antiracket e antiusura di Catanzaro e di Lamezia Terme. Conversando con alcuni giornalisti al termine dell’audizione, la referente territoriale di Libera, Elvira Iaccino, ha parlato di “incontro molto importante, perchè può dare un’ulteriore spinta verso una più intensa sinergia finalizzata a un aumento delle denunce da parte degli imprenditori e degli operatori economici vittime di questi delitti: su questo punto – ha concluso Iaccino – è arrivato un forte impulso dal commissario straordinario”.
“In Calabria come in altre regioni, non solo meridionali, estorsione e usura hanno un duplice aspetto: un aspetto esteriore, quello rappresentato dai dati, e un aspetto meno evidente ma temo più rispondente alla realtà”. Lo ha detto il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Domenico Cuttaia, parlando con i giornalisti alla fine di una serie di incontri nella Prefettura di Catanzaro. “Se facciamo il conto delle denunce sembra – ha aggiunto Cuttaia – che il fenomeno sia poco presente, se invece facciamo conto anche delle operazioni di polizia, il fenomeno è molto presente e pone seria ipoteca sullo sviluppo economico e sociale del territorio. Questo non riguarda solo la Calabria, anche se in Calabria ci sono magari aspetti più accentuati, ma riguarda anche il territorio nazionale e forse anche non nazionale. Lo dobbiamo dire – ha concluso il commissario antiracket e antiusura – perché, anche in altre parti del territorio nazionale, si tende a rimuovere il fenomeno, che invece esiste”.