CATANZARO. “La Calabria svesta la maglia nera e rimoduli la spesa dei fondi europei se non vuole rischiare di fare una brutta figura con Bruxelles. Le nostre denunce circa la mancata spesa delle risorse comunitarie, purtroppo, adesso trovano conferma anche nei dati della Agenzia Nazionale della Coesione Territoriale, aggiornati al 30 giugno 2018”. E’ quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Uil calabrese, Santo Biondo. “La Calabria, infatti – prosegue Biondo – nella spesa del Fondo sociale europeo è in forte ritardo, in una ipotetica gara fra le regioni italiane, ed è costretta a vestire la maglia nera. Queste stime riprese da un noto quotidiano economico nazionale, purtroppo, confermano quanto da noi ribadito dopo la riunione del Comitato di Sorveglianza del Por Calabria, che si è tenuta il 10 luglio scorso. Nonostante la Calabria sia la regione italiana con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e con la più alta percentuale di migrazione, gli ultimi dati ci hanno confermato come questo territorio sia all’ultimo posto tra le regioni italiane per la spesa del Fse 2014/2020, staccando un percentuale pari all’8,4%. Numeri empirici sulla spesa comunitaria che diventano ancor più drammaticamente rilevanti, se si considera che regioni come Emilia Romagna e Veneto, che hanno tassi di disoccupazione e indici di povertà molto inferiori rispetto alla Calabria, siescono a spendere rispettivamente il 64,6% e il 50,9% della loro quota di Fse avendo anche, a loro disposizione quasi il doppio delle risorse economiche che l’Ue assegna a tutte le regioni, compresa la Calabria”. “Se l’amministrazione regionale, unica detentrice del ‘potere’ di spesa – prosegue Biondo – non riuscisse a centrare questo obiettivo per la Calabria sarebbe una doppia sconfitta. La prima di carattere politico ed amministrativo e la seconda di carattere prettamente sociale. Se questa Regione dovesse essere chiamata a restituire i fondi europei verrebbe lanciato inoltre, un messaggio negativo per tutti quei giovani calabresi che, nonostante le mille difficoltà rappresentate da un territorio bello ma inospitale, ancora sperano in un cambiamento e lavorano alacremente per costruirsi un futuro produttivo nella nostra regione. Di più una eventuale restituzione rappresenterebbe un colpo durissimo per le possibilità di sviluppo e crescita future della Calabria. Una buona spesa pubblica può essere raggiunta solo se con umiltà il governo regionale di concerto con le amministrazioni comunali, soprattutto quelle di grandi dimensioni, ‘adotta’ le migliori competenze che la nostra regione esprime in molti settori, aprendo un confronto serrato con le forze sociali e produttive. Non è più il tempo della polverizzazione della spesa pubblica, ma è arrivato il momento di concentrare le risorse economiche attorno a progetti lungimiranti e di ampio respiro, capaci nel tempo di mettere in moto l’economica regionale”.