CATANZARO. Oltre nove anni in Piano di rientro, oltre otto anni in regime di commissariamento, ma nonostante questo lasso di tempo la sanità calabrese non conosce pace. La polemica di queste ore tra il ministro della Salute, Giulia Grillo, e il presidente della Regione, Mario Oliverio, è l’ultimo capitolo di una lunga stagione conflittuale tra il livello centrale e il livello regionale: sullo sfondo, la gestione di un settore che pesa per circa il 70% sul bilancio della Regione Calabria, con una quota statale di finanziamento all’anno che supera i 3 miliardi. La vicenda che oggi è culminata con lo scontro, aperto dalla richiesta del ministro Grillo a Oliverio di non nominare i manager delle azienda sanitarie senza la previa concertazione con i nuovi commissari governativi Saverio Cotticelli e Thomas Schael, ha preso le mosse sul finire del 2009, quando al governo nazionale c’era il centrodestra del premier Silvio Berlusconi e alla guida della Regione il centrosinistra del presidente Agazio Loiero. Da alcuni mesi era “scoppiato” il caso delle difficili condizioni della sanità calabrese, caratterizzata anche da eventi tragici in alcuni ospedali della regione, da inchieste della magistratura sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel settore e da numerose denunce sulla mancanza di dati contabili certi nelle varie aziende sanitarie e ospedaliere. Soprattutto, era diventato estremamente preoccupante l’aspetto del debito accumulato negli anni dalla sanità calabrese, un debito per la cui quantificazione venne anche nominato, per affiancare la Regione, l’advisor Kpmg e che alla fine di un complesso procedimento di accertamento sarebbe stata attestato su una cifra superiore a 1,6 miliardi. Il governo e la Regione Calabria, quindi, stipularono un accordo per un Piano di rientro dal debito sanitario particolarmente duro per la sanità regionale, comportando il blocco del turn over e l’aumento della tassazione di rango territoriale, Irpef e Irap. Con l’avvento, alla guida della regione, di una nuova Giunta regionale di centrodestra venne infine deciso, nel luglio 2010, il commissariamento della sanità calabrese: il Consiglio dei ministri nominerà commissario l’allora governatore, Giuseppe Scopelliti, affiancandolo successivamente con due sub-commissari, il generale della Finanza in pensione, Luciano Pezzi e il manager siciliano Giuseppe Navarria, che nel corso dei mesi successivi sarà poi sostituito da Luigi D’Elia e poi dal dirigente ministeriale Andrea Urbani. Dal 2010 al 2014 la guida commissariale, non priva di momenti di tensione tra Scopelliti e i sub commissari, non è riuscita a produrre un’inversione di tendenza nelle condizioni della sanità calabrese sia sotto il profilo della qualità dei Lea (livelli essenziali di assistenza) sia sotto il profilo della riduzione del disavanzo. Nel marzo 2015, con il governo nazionale a guida Pd, viene quindi nominato un nuovo commissario della sanità calabrese, l’ingegnere Massimo Scura, affiancato ancora, ma quale sub commissario, da Andrea Urbani: Scura tuttavia entrerà subito in conflitto con il governatore Mario Oliverio, che accuserà il commissario di mortificare le prerogative della Regione nelle sue scelte. Lo scontro tra Scura e Oliverio, consumato peraltro all’interno della stessa area politica, il Pd, raggiungerà il culmine nel novembre 2017, quando il governatore, platealmente, nel corso di un’iniziativa all’ospedale di Praia a Mare, denunciò le drammatiche condizioni del settore, chiedendo al governo Gentiloni la rimozione di Scura e la fine del commissariamento e minacciando di incatenarsi a Palazzo Chigi nel caso le sue richieste non fossero state accolte (e comunque non saranno mai accolte). Oliverio rinnoverà la richiesta della fine del commissariamento anche al governo nazionale Lega-Movimento 5 Stelle e al ministro Giulia Grillo, che invece confermeranno la strada della gestione straordinaria della sanità calabrese: nella riunione del Consiglio dei ministri dello scorso 7 dicembre, riunione alla quale era stato invitato lo stesso Oliverio, che però declinerà l’invito per “precedenti indifferibili impegni istituzionali”, il governo rimuove Scura e nomina come commissario per la sanità calabrese il generale dei carabinieri in pensione, Saverio Cotticelli, e il sub commissario Thomas Schael. La loro nomina è stata motivata dal governo nazionale con il mancato raggiungimento degli standard nazionali sui Lea (livelli essenziali di assistenza) e con il mancato pareggio di bilancio nonostante nove anni di Piano di rientro e otto anni di commissariamento: secondo quando reso noto dalla ministro Grillo stamattina nel suo post su facebook, il punteggio dei Lea della sanità calabrese nel 2017 è di 137 (su 160), in ulteriore calo rispetto all’anno precedente (144), mentre con riferimento all’aspetto contabile il disavanzo della sanità calabrese al 2018 è pari a 160 milioni (rispetto ai 101,5 del 2017). Sono, questi, i due dati su cui il ministro Giulia Grillo ha fatto leva per chiedere lo stop delle nomine da parte del governatore Mario Oliverio.