VIBO VALENTIA. C’era chi timbrava il cartellino anche per il collega e chi, davanti alla macchinetta che registra gli orari di ingresso e di uscita, faceva perfino finta di strisciare il badge. A documentarlo sono stati i carabinieri che, stamani, hanno notificato un provvedimento di conclusione indagini a 20 dipendenti, tra cui alcuni medici, dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia in servizio nel Distretto socio-sanitario di Serra San Bruno. Le accuse contestate agli indagati – tra medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo della struttura periferica dell’Asp – sono quelle di truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. Un lavoro, quello dei militari, portato avanti per alcuni mesi e che ha consentito di filmare, in più circostanze, gli indagati mentre si allontanavano dal posto di lavoro per andare a casa o recarsi a fare la spesa nel supermarket del paese o nel mercatino settimanale. Il monitoraggio delle singolari abitudini dei dipendenti del distretto della città calabrese della Certosa, ai quali è stato notificato un provvedimento di conclusione indagini, si è protratto da gennaio a maggio dello scorso anno. L’input che ha consentito di fare luce sulla vicenda è stato dato, nel dicembre del 2017, quando sono state riscontrate alcune condotte, presumibilmente illecite, poste in essere da un medico impiegato nella struttura socio sanitaria. L’attività investigativa che ne è seguita ha permesso così di portare alla luce comportamenti similari attuati anche da altri dipendenti. Gli indagati, tra dirigenti medici, infermieri e altro personale, sono Maria Abronzino, Domenico Albanese, Francesca Barbara, Vito Bertucci, Monica D’Oro, Filippo Forte, Nicola Gentile, Alberto Antonio Giancotti, Vincenzo Ierace, Maria Teresa Iorfida, Bruno Malvaso, Salvatore Marchese, Gregorio Paglianiti, Eleonora Pantano, Luigino Pasquino, Maria Dolores Passante, Bruno Antonio Pisani, Antonio Salvatore Scrivo, Francesco Valente e Maria Vellone.