“Chiediamo alla deputazione parlamentare di considerare prioritaria la messa in sicurezza del settore delle telecomunicazioni a difesa dell’occupazione, che nella sola Calabria conta più di 15mila addetti”. Lo scrivono le segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, che confermano la mobilitazione unitaria in Calabria. “Nel giugno 2018 – ricordano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – veniva sottoscritto un importante accordo al Ministero dello Sviluppo economico tra Tim e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria, per la salvaguardia del perimetro occupazionale del gruppo Tim attraverso l’applicazione di un contratto di solidarietà difensiva e il ricorso a prepensionamenti volontari incentivati ed al contempo si avviava un confronto sulla sostenibilità sociale nella gestione degli appalti. Ma – rilevano i sindacati – dopo quella data, il nulla. Oggi, a distanza di 8 mesi, continuiamo a constatare che nessuno degli impegni assunti in sede ministeriale è stato mantenuto e la situazione nel mondo delle telecomunicazioni sta deteriorando suscitando grande preoccupazione sulla tenuta occupazionale dell’intero comparto”. Secondo le segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, “continua, in particolare nella regione Calabria, dove nel mondo degli appalti di Tim operano migliaia di lavoratori nei call center in outsourcing, la perdita quotidiana di posti di lavoro. La situazione non è migliore, anzi, nelle aziende che lavorano gli appalti dell’impiantistica di rete dove in questi giorni sono state avviate procedure di licenziamento. Tra 4 mesi – ricordano le categorie sindacali – scadrà l’accordo di solidarietà in Tim e, ancora a oggi, l’azienda più grande delle Telco in Italia è più concentrata sulle beghe societarie interne, che ad avviare il confronto sul piano industriale e sugli investimenti. Ci chiediamo nuovamente, cosa accadrà alla scadenza dell’accordo di solidarietà?”.