CATANZARO. “Abbiamo avuto modo nei mesi scorsi di scrivere al presidente del Senato ed a tutti gli organi che si occupano di incolumità pubblica sulla questione del comando provinciale di Catanzaro. Tutti ci hanno rassicurati sul loro interesse verso il corpo nazionale: sulla carta, nei fatti siamo con le pezze al sedere”. A parlare in questi termini è Antonio Jiritano, del sindacato autonomo Usb, secondo il quale i mezzi in dotazione al corpo cadono letteralmente a pezzi, al punto che stamane i pompieri si sono rifiutati di farli uscire dal caserma. “Da mesi, da anni – scrive in una nota – questa organizzazione denuncia, espone e ci mette la faccia; studia e coinvolge eminenze scientifiche; predispone e presenta disegni di legge, piattaforme contrattuali, propone soluzioni per avere un soccorso migliore e condizioni lavorative umane. Le due cose – spiega – soccorso migliore e condizioni lavorative più umane,non viaggiano disgiunte ma sono parallele: se i lavoratori avessero la possibilità di vivere condizioni di lavoro dignitose, avremmo una qualità del soccorso maggiore. Ma a Catanzaro questi argomenti suola sicurezza dei vigili del fuoco e della gente che bisogna soccorrere non interessa. Il dirigente locale ha altro a cui pensare. Abbiamo partecipato alle attività sulla sicurezza dei bambini e dei cittadini con l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione “come comportarsi in caso di pericolo ” realizzata insieme altri Ministeri Ma soprattutto campagne che il Governo vuole sollecitare e coinvolgere il mondo degli adulti sulla necessità di assicurare i bambini ed adulti – sempre e correttamente – a idonei sistemi di ritenuta durante i viaggi in auto, lunghi o brevi che siano e sui pericoli quotidiani a cui si va incontro! La normativa degli ultimi anni ha di molto migliorato il livello di sicurezza, ma a Catanzaro, siamo ancora lontani dall’obiettivo comunitario, basta vedere come sono raffazzonati i mezzi di soccorso. I mezzi con quintali di acqua ed attrezzature con cui portiamo soccorso alla popolazione. Siamo arrivati al punto – denuncia – che in caso di frenata e succede spesso i sedili degli operatori si staccano e l’autista vola fuori dal mezzo. Oggi abbiamo deciso di rifiutarci di uscire con questi mezzi per l’incolumità pubblica. Fino a quanto – conclude – non verranno ristabilite condizioni di lavoro dignitose”.