Il tempo, con l’estate alle porte, è incerto, ma la Calabria non teme la crisi. Il punto di forza dell’attività alberghiera è rappresentato dal mese di agosto, quando le strutture ricettive della regione fanno registrare il tutto esaurito e le prenotazioni non lasciano presagire nulla di negativo. I ponti del 1 maggio e del 2 giugno non hanno fatto registrare il pienone, probabilmente proprio a causa del maltempo, ma il presidente della Federalberghi regionale, Vittorio Caminiti, è ottimista. “Lo scorso anno – spiega – la Calabria è andata bene anche perché l’Italia tutta è una meta privilegiata del turismo internazionale. La nostra è, in assoluto, la regione che in Italia fa registrare il maggior numero di presenze in agosto e le soste più prolungate. Giugno e luglio fanno registrare invece storicamente una domanda debole. Se il tempo rimarrà incerto – aggiunge – a risentirne potranno essere le attività extralberghiere, perché qualcuno dovrà rinunciare, per esempio, a qualche giornata di sole o a qualche serata sulla spiaggia, e ne risulteranno penalizzati i lidi e gli stabilimenti balneari, ma le grandi strutture ricettive faranno registrare il tutto esaurito”.
Punto di forza dell’industria balneare calabrese restano Tropea, la “Rimini del sud”, ed il Vibonese, con la Costa degli Dei. “E’ l’area privilegiata dal turismo straniero – spiega ancora Caminiti – mentre quello che manca da noi è il turismo interno da weekend”. Così la stagione è breve, perché si concentra nelle settimane a cavallo di Ferragosto.
“Paghiamo – spiega ancora Caminiti – la perifericità, che scoraggia le mini vacanze, ed i costi dei collegamenti che hanno prezzi proibitivi e scoraggiano gli spostamenti per vacanze di pochi giorni”. Un effetto negativo del maltempo potrebbe essere la perdita di qualche opportunità legata al prolungamento della permanenza dei turisti che decidono in extremis di prolungare la vacanza, che in genere costituisce un “extra” nei bilanci degli alberghi, e potrà sfumare qualche prenotazione “last minute”, ma questo non sembra preoccupare il presidente degli albergatori calabresi. I rimpianti, semmai sono altri. In inverno, per esempio, la Calabria fa registrare il maggior numero di strutture ricettive chiuse. Probabilmente questo handicap è frutto anche delle campagne informative, troppo concentrate sul mare.