“Oggi c’è bisogno di attuare il rinascimento del sud. Qui si parla di autonomia differenziata ma la secessione c’è già negli indicatori: dall’occupazione agli investimenti alle condizioni materiali delle persone. Senza il sud l’Italia non ce la fa”. Lo ha detto Vincenzo Colla, vice segretario generale della Cgil, partecipando all’Attivo sindacale unitario svoltosi a Catanzaro per presentare la manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil “#Futuro al lavoro. Ripartiamo dal sud per unire il Paese” in programma sabato 22 giugno a Reggio Calabria. La mobilitazione nazionale per il sud si terrà nella città calabrese dello Stretto a distanza di 47 anni dalla precedente e si svilupperà con un corteo per le strade del centro cittadino e con un comizio finale dei segretari generali Annamaria Furlan (Cisl), Angelo Barbagallo (Uil) e Maurizio Landini (Cgil). “Gli indicatori che abbiamo – ha aggiunto Colla – ci dicono che se il Pil cresce allo 0,1-0,2 non si crea un posto di lavoro in più. Si miscela quello che c’è e si crea una bolla di lavoro povero. Quindi si lavora e si è poveri. In più nel sud c’è un altro problema drammatico: il più grande investimento pubblico che sono i giovani diplomati e laureati li consegniamo agli altri paesi. Se ne vanno e non ritornano più. Li diamo alla Merkel, alla City, alla Francia e competono con noi. Senza questi ragazzi dell’era digitale, le nostre catene del valore, quelle innovative non riusciremo a tenerle. Abbiamo bisogno di fare investimenti strutturali per creare lavoro, altrimenti si vede il sud come area che riceve risorse per l’assistenze, mentre deve essere produttivo. L’Italia non può funzionare così. Anzi io vedo il sud Italia come la più grande opportunità per lo sviluppo del Paese”. All’attivo unitario di Catanzaro, che si è aperto con una relazione del segretario generale della Uil calabrese Santo Biondo, hanno partecipato i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil.
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