Sarà l’organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” di Cetraro, guidata da don Ennio Stamile, responsabile regionale di “Libera” a gestire a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, la villa confiscata al clan Mancuso. L’ufficializzazione del subentro di Libera si è avuta martedì 2 luglio a Limbadi alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’iter di restituzione del bene confiscato si era interrotto per via delle vicende giudiziarie che coinvolsero Adriana Musella che nel 2016, con la sua associazione “Riferimenti,” aveva ottenuto l’assegnazione del bene. L’iniziale “Centro studi italiano sull’antimafia” aveva ottenuto il sostegno dell’istituto “Piria” di Rosarno, l’Università della Calabria, dell’Università Cattolica di Milano, della Fondazione Caponnetto, della Confapi, della Fondazione Giorgio Ambrosoli e del Miur. Tutto si è però poi arenato fino quando la commissione straordinaria che gestisce il Comune di Limbadi, sciolto per infiltrazioni mafiose nel maggio 2018 , ha emanato un pubblico avviso per l’assegnazione del bene. Gara andata deserta la prima volta, ma non la seconda con l’assegnazione all’organizzazione di don Stamile. Lo Stato ha sinora speso per la riqualificazione dei due immobili confiscati a Limbadi circa due milioni e mezzo di euro. Nelle strutture troverà spazio un centro per la formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione sulla normativa anticorruzione e da Università antimafia si passerà a “Università della ricerca, della memoria e dell’impegno”. Il centro sarà dedicato a Rossella Casini, studentessa fiorentina uccisa dalla ‘ndrangheta di Palmi nel 1981 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. “Quello di Limbadi è un progetto ambizioso – ha dichiarato Salvini – e per questo conto di tornare qui a seguire una lezione. Tanto di cappello all’associazione di don Stamile che punta a far diventare questo luogo un centro di cultura e legalità a livello internazionale”.
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