Il Codacons chiede l’immediato ritiro delle liste dei manager perché si finisce per affidare la sanità calabrese ai protagonisti del disastro in cui si trova. “Il Dirigente Generale della Sanità Antonio Belcastro ed il governatore Mario Oliverio hanno il dovere di chiarire – si legge in una nota – cosa hanno verificato le loro commissioni”. Secondo il Codacons non sarebbero stati verificati, ad esempio, i procedimenti penali pendenti di molti candidati. L’associazione fa degli esempi: “Ottorino Zuccarelli, già sindaco di San Fili, parrebbe aver ricevuto una condanna in primo grado per truffa all’ASP di Cosenza. Pasquale Mesiti, già destinatario di una condanna da parte della Corte dei Conti, parrebbe essere sotto inchiesta a Locri. Ma anche Elga Rizzo e Angela Caligiuri – scrive il Codacons – sarebbero indagate a Vibo Valentia, mentre la dott.ssa Maria Felicita Crupi sarebbe sotto processo a Reggio così come Salvatore Barillaro”. “E potremmo continuare – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – tanto che si ha la sensazione che essere sotto processo costituisca, per le commissioni di valutazione volute dalla Regione, una sorta di titolo preferenziale”. “Possibile che nessuno abbia verificato i procedimenti penali pendenti?”, si chiede Di Lieto. “Su questo Belcastro e Oliverio devono dare una spiegazione. Altrimenti – si legge ancora – sarà chiaro che in Calabria ci siamo inventati le quote grigie che, a differenza di quelle rosa, non tutelano le donne bensì i condannati”. “Ancora un esempio? Carmine dell’Isola che mentre era Direttore Sanitario dell’Asp di Catanzaro veniva nominato Collaboratore dello staff del Commissario Massimo Scura, – scrive ancora Di Lieto – facendo incetta di incarichi e stipendi, dimenticando ogni possibile conflitto d’interesse”. “Evidentemente, con la campagna elettorale alle porte, si continua a utilizzare la sanità per piazzare amici, amici degli amici e teste di legno, – dice il Codacons – buoni solo – visti i drammatici risultati già raggiunti – a raccattare voti”. “Del resto il fatto che il Generale, non appena insediato, abbia ritenuto di confermare la propria fiducia a Mesiti, come detto già destinatario di una condanna da parte della Corte dei Conti, protagonista suo malgrado di una triste trasmissione televisiva e, infine, accusato di abuso d’ufficio ai danni del Servizio Sanitario Nazionale dalla Procura di Locri – conclude Di Lieto – non lasciava presagire l’auspicato cambio di rotta. Per cui non ci rimane che interessare l’Anac e la Magistratura per cercare di tutelare ciò che resta della sanità calabrese”.
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