E’ stato consegnato a Tropea, al Presidente di Unicef Italia Francesco Samengo, nella Serata di Gala della Rassegna Internazionale del Folklore e della cultura popolare, il prestigioso premio “Culture a confrnto”.
“Questo importante riconoscimento – di cui ringrazio il Presidente di Culture a Confronto Andrea Addolorato e tutti i membri della Commissione – mi rende orgoglioso come calabrese e come italiano proprio perchè coniuga i valori delle tradizioni popolari e dell’impegno sociale”, ha detto Samengo. “Nel conferimento del Premio, la motivazione è legata all’impegno per il dialogo interculturale. Conoscenza delle diverse culture, confronto, accettazione, dialogo non sono per noi dell’UNICEF parole retoriche, ma temi e valori importanti. In Italia vivono circa 10 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età e a seconda della regione in cui un bambino nasce o cresce avrà maggiori o minori possibilità di vedere realizzati i propri diritti. Come UNICEF Italia -ha aggiunto Francesco Samengo- vogliamo portare l’attenzione anche sul tema delle disparità regionali e l’impatto che le differenze del livello dei servizi tra le varie zone del nostro paese hanno sui bambini e i giovani. Da poco più di un anno sono Presidente dell’UNICEF Italia: in questo periodo non ho mai dimenticato i bambini e gli adolescenti che vivono in Calabria, dove ho effettuato la prima missione come Presidente nazionale e dove collaboriamo strettamente con tante istituzioni ed enti, come il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Consiglio Regionale della Calabria, il Tribunale per i Minorenni e l’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria. Sono particolarmente felice -ha detto ancora Samengo- di ricevere questo riconoscimento proprio nell’anno in cui celebriamo i 30 anni dall’approvazione da parte delle Nazioni Unite della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Come UNICEF da sempre il nostro compito è quello di tutelare e promuovere i diritti di bambine, bambini e adolescenti in tutto il mondo, nonché di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita. La Convenzione, il trattato sui diritti umani più ratificato al mondo e, forse, il più violato, è la nostra bussola”.
“Questo importante riconoscimento – di cui ringrazio il Presidente di Culture a Confronto Andrea Addolorato e tutti i membri della Commissione – mi rende orgoglioso come calabrese e come italiano proprio perchè coniuga i valori delle tradizioni popolari e dell’impegno sociale”, ha detto Samengo. “Nel conferimento del Premio, la motivazione è legata all’impegno per il dialogo interculturale. Conoscenza delle diverse culture, confronto, accettazione, dialogo non sono per noi dell’UNICEF parole retoriche, ma temi e valori importanti. In Italia vivono circa 10 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età e a seconda della regione in cui un bambino nasce o cresce avrà maggiori o minori possibilità di vedere realizzati i propri diritti. Come UNICEF Italia -ha aggiunto Francesco Samengo- vogliamo portare l’attenzione anche sul tema delle disparità regionali e l’impatto che le differenze del livello dei servizi tra le varie zone del nostro paese hanno sui bambini e i giovani. Da poco più di un anno sono Presidente dell’UNICEF Italia: in questo periodo non ho mai dimenticato i bambini e gli adolescenti che vivono in Calabria, dove ho effettuato la prima missione come Presidente nazionale e dove collaboriamo strettamente con tante istituzioni ed enti, come il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Consiglio Regionale della Calabria, il Tribunale per i Minorenni e l’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria. Sono particolarmente felice -ha detto ancora Samengo- di ricevere questo riconoscimento proprio nell’anno in cui celebriamo i 30 anni dall’approvazione da parte delle Nazioni Unite della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Come UNICEF da sempre il nostro compito è quello di tutelare e promuovere i diritti di bambine, bambini e adolescenti in tutto il mondo, nonché di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita. La Convenzione, il trattato sui diritti umani più ratificato al mondo e, forse, il più violato, è la nostra bussola”.