“No al regionalismo differenziato”, è il tema di un affollato dibattito moderato dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri che si è svolto a Castrolibero. All’incontro hanno partecipato il direttore del “Quotidiano del Sud – l’Altra voce dell’Italia” Roberto Napolitano, il Presidente della Regione Mario Oliverio, il consigliere regionale Orlandino Greco e il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco. “Sul cosiddetto tema dell’autonomia differenziata – ha detto il Presidente della Regione – un ruolo fondamentale hanno svolto e svolgono i mezzi di informazione. I grandi giornali e i mezzi di comunicazione nazionale hanno spesso fatto da cassa di risonanza a quei poteri che hanno storicamente ostacolato e impedito la crescita e lo sviluppo del Mezzogiorno. E questo ha determinato nel Sud una sorta di rassegnazione ed un profondo senso di impotenza e frustrazione a livello politico e culturale. Spesso, troppo spesso, c’è stata anche una forte complicità di alcuni settori della classe dirigente meridionale rispetto a questi processi. Basti pensare che Salvini, il massimo esponente della “cultura della rapina” nei confronti del Sud, ha ottenuto nel Mezzogiorno consensi che fanno accapponare la pelle. Questa è la prima riflessione che dobbiamo fare con grande coraggio e verità, ma anche con una dose di forte autocritica, se vogliamo veramente voltare pagina”. Il Presidente della Regione si è quindi soffermato sul ruolo che deve svolgere una classe dirigente che abbia veramente a cuore l’unità e la centralità del Paese. “Oggi -ha rimarcato Oliverio- c’è urgente bisogno di classi dirigenti fortemente lungimiranti, che si lascino alle spalle una stagione in cui si è guardato allo sviluppo del Paese con una visione prettamente territoriale, attraverso cui il Sud è stato considerato, di volta in volta, o come un bacino di manodopera come è avvenuto negli anni del Dopoguerra, o semplicemente come un’area di consumo. Proprio su questa visione ha costruito le sue fortune il fenomeno leghista che oggi torna all’attacco travestendosi, in termini aggiornati ma non meno gravi, della cosiddetta “autonomia differenziata”. Una visione angusta e senza prospettive che, attraverso lo squilibrio e la sottrazione di risorse al Meridione (oltre 61 miliardi all’anno più annessi e connessi destinati al Mezzogiorno che finiscono nelle casse del Nord), operando un vero e proprio “scippo” consumato nel silenzio generale, rischia di prosciugare e indebolire ulteriormente il Mezzogiorno, abbassandone la qualità e l’efficienza di servizi fondamentali come la sanità, i rifiuti, i trasporti e di far rimanere lo stesso nord impantanato in una palude senza sbocchi”.
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