Da una parte il commissario regionale del Pd Stefano Graziano, sostenuto dal responsabile Mezzogiorno della Segreteria nazionale, Nicola Oddati, che richiama tutti alla necessità di “evitare iniziative sulle primarie per la scelta del candidato alla carica di Governatore”; dall’altra sessanta circoli ed un gruppo di amministratori locali del partito dissenzienti che confermano l’assemblea autoconvocata per domani a Catanzaro “per ribadire – precisano – la richiesta della consultazione degli iscritti”. É ormai muro contro muro tra un gruppo di dem calabresi ed il Pd nazionale ed il Commissario calabrese del partito sulla scelta del candidato presidente alle ormai prossime elezioni regionali. Épraticamente una sfida tra due posizioni allo stato inconciliabili quella che divide il commissario Graziano, consigliere regionale campano inviato in Calabria per tentare di mettere ordine in un Pd lacerato dopo la fine della segreteria Magorno (senatore renziano che ha seguito il suo leader in Italia Viva), ed i tanti dirigenti, iscritti e militanti decisi a confermare il loro sostegno al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, che da tempo ha annunciato la propria ricandidatura, e che, per questo, invocano lo strumento delle primarie. Oliverio, dal canto suo, ha da tempo risposto picche agli aut aut del commissario Graziano e, confermando la propria presenza al raduno di domani, ha sostenuto che “il popolo dei democratici calabresi non può essere mortificato nella richiesta e nella rivendicazione di una partecipazione in scelte fondamentali per il futuro della regione”. E’ di ieri, comunque, l’ulteriore passo compiuto dal Pd ufficiale per spingere i dissenzienti a più miti consigli. “I territori – affermano Graziano e Oddati in una lettera ai segretari provinciali e ai responsabili di circolo – devono raccogliere la sfida che arriva dal nuovo quadro politico nazionale. Il Partito democratico, anche in Calabria, è pronto a profondere il massimo sforzo a sostegno di un patto civico, figlio di questa nuova stagione politica, sotto le bandiere del rinnovamento e del cambiamento. È il momento della lealtà e della generosità – aggiungono – e in questo contesto non c’è spazio per le primarie, che sarebbero una lacerante conta interna, che rischia di penalizzare ulteriormente il Pd. Questa è la linea che abbiamo condiviso con la segreteria nazionale e che va portata sul territorio”. Di tutt’altro avviso i componenti del Comitato degli “autoconvocati” che, oltre a confermare l’appuntamento di domani, annunciano che, subito dopo, si recheranno a Roma per consegnare nelle mani del segretario Nicola Zingaretti la richiesta “sottoscritta da migliaia di iscritti, per lo svolgimento delle primarie, così come previsto dallo Statuto”. In serata Graziano e Oddati sono nuovamente intervenuti, con un’ulteriore dichiarazione, in cui sostengono che “é stupefacente che dirigenti di primo piano e di lungo corso decidano di partecipare ad iniziative autoconvocate che si contrappongono platealmente alle indicazioni politiche degli organismi dirigenti. Spesso si invoca lo Statuto per richiamare le primarie, ma si dimentica che, da Statuto, in un partito commissariato, l’unica autorità è il commissario nominato dalla Direzione nazionale e l’uso del simbolo è esclusivamente in capo al commissario”.
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