CATANZARO. “Occorre procedere il prima possibile con l’integrazione tra l’ospedale Pugliese Ciaccio e il policlinico universitario Mater Domini. Non è possibile che vi siano strutture pubbliche al collasso e altre, a pochi chilometri, sottoutilizzate. Non è possibile per i pazienti e per i centinaia di lavoratori di queste due grandi strutture sanitarie”. A dirlo, partecipando ad un’assemblea con i lavoratori degli ospedali di Catanzaro e di Lamezia Terme in vista delle elezioni dei rappresentanti sindacali sui posti di lavoro (Rsu), è stata la coordinatrice nazionale Sanità Cgil, Francesca De Rugeriis. Un viaggio reparto per reparto, in uno scambio di informazioni con i dirigenti medici, gli infermieri e tutti i lavoratori, anche delle ditte esternalizzate, che gravitano nell’universo della sanità del capoluogo. L’ospedale Pugliese Ciaccio e l’azienda ospedaliera Mater Domini sono stati guardati, nei loro problemi, dall’interno. “L’integrazione tra ospedale e università nel capoluogo calabrese – ha detto la rappresentante nazionale della Cgil – va senz’altro concertata tra politica, mondo del lavoro e pazienti e cittadini, prima di tutto, va organizzata nel modo giusto, perché in altre regioni non sempre queste operazioni sono riuscite. A Catanzaro servono un nuovo Pronto soccorso ed un’integrazione funzionale secondo criteri di parità. Non è possibile vedere posti letto vuoti nell’azienda ospedaliera Mater Domini, dove si lavora da lunedì a venerdì. È uno spreco di risorse pubbliche che grida vendetta, mentre l’ospedale Pugliese Ciaccio vede liste di attesa di mesi e mesi e il personale è oberato tra turni e barelle nei corridoi”. Ma non è l’unico aspetto di cui si è parlato, nella riunione col personale sanitario. “Il numero dei lavoratori che ‘manca all’appello’, al Pugliese Ciaccio di Catanzaro è semplicemente pauroso – ha ricordato Enzo Lacroce, della Funzione pubblica Cgil – è di cento medici, di cui 22 direttori di struttura. E ancora 180 operatori, 120 infermieri, 12 ostetriche, 26 tecnici di laboratorio, 25 tecnici di radiologia e 14 fisioterapisti. Sul problema della carenza del personale, come Cgil, stiamo lavorando da soli, oltre ad avere preparato due anni fa un contratto aziendale con rivendicazioni ben precise per tutto il personale medico e paramedico”. Il segretario generale Fp Cgil Calabria, Alfredo Iorno, ha posto l’accento su “un protocollo d’intesa, nella riforma Bindi, che prevede l’intesa tra ospedale e università, l’azienda unica, fermo al 2004”. Iorno ha ribadito “la volontà di una campagna, per le elezioni delle Rsu sindacali, ‘cuore, gambe e cervello’, perché mai come oggi – ha detto – la sanità calabrese è piegata e servono rappresentanze sindacali forti sui luoghi di lavoro, in attesa che si sblocchi la vicenda del commissario alla sanità e mentre si apprendono nuove, inquietanti notizie sul futuro della Fondazione Campanella”. Iorno ha parlato anche del problema del blocco del turnover negli ospedali e di un contratto nazionale di lavoro per le categorie “che non è stato rinnovato – ha detto – bloccando di conseguenza tutti i diritti dei lavoratori”. Il segretario provinciale Funzione pubblica Cgil, Bruno Talarico, ha affermato che “in questi anni abbiamo affrontato in tutte le salse i problemi dell’ospedale cittadino”.