CATANZARO. “Non vogliamo morire di Imu”: con questo slogan un migliaio di persone hanno sfilato in corteo nel centro di Catanzaro nel corso della manifestazione contro l’Imu agricola e l’aumento delle tasse nel settore agroalimentare promossa da Agrinsieme. All’iniziativa hanno partecipato imprenditori, operai e amministratori locali. “Il settore – hanno detto i lavoratori – è l’unico rigoglioso fino ad oggi. Le tasse sono inique e ci renderebbero la vita difficile se non impossibile”. “L’Imu è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma l’agricoltura è già tartassata dai prezzi bassi dei prodotti e dai costi di produzione, dall’eccesso di burocrazia e dalle continue crisi di mercato come quello del latte e dell’olio. Affrontiamo continue problematiche sanitarie e fitosanitarie, tutto con fondi a singhiozzo”. A dirlo è stato il presidente di Agrinsieme Alberto Statti, nell’intervento che, stamani, ha concluso la manifestazione svoltasi a Catanzaro per dire no all’Imu sui terreni agricoli. All’iniziativa hanno partecipato molti amministratori comunali i cui rappresentanti hanno poi parlato alla folla. “Il presidente della Regione Mario Oliverio – ha detto Michele Drosi, sindaco di Satriano, in rappresentanza dell’Anci – deve fare pesare a Roma la nostra situazione e il Governo deve rimediare a questo grave errore”. Accanto agli imprenditori anche il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, che a nome dell’Upi ha sottolineato come “il settore agricolo, l’unico settore ancora fiorente in Calabria, è in ginocchio. Noi dobbiamo appoggiare senza interessi il vero mondo che produce”. “L’assenza di Oliverio – ha poi detto Statti – non è un buon segnale. Non si parte bene. Pensavamo di avere un governo attento alle nostre problematiche. Non vorrei che la nostra disponibilità venisse fraintesa. Noi non facciamo sconti a nessuno e non abbiamo il tempo per riconoscere scusanti a nessuno. O sono con noi o non ci sono. Deve essere chiaro. L’agricoltura calabrese rappresenta l’unica realtà positiva conosciuta in tutto il mondo. Sono i nostri prodotti a portare alta la bandiera della regione e noi non possiamo essere abbandonati così”.