CATANZARO. Tre persone sono state arrestate dalla Squadra Mobile di Catanzaro, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, per due diversi omicidi commessi a Lamezia Terme tra il 2003 e il 2008 nell’ambito di una faida tra i clan Giampà e Cerra-Torcasio-Gualtieri. I due delitti furono perpetrati uno in strada nel centro di Lamezia Terme e l’altro all’interno di un parcheggio di un frequentatissimo supermercato. Uno degli arrestati, accusato di essere il mandante di uno degli omicidi, è titolare di una nota attività di ristorazione e bar-pasticceria a Lamezia Terme. A carico di uno degli arrestati viene contestato il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un esercente commerciante. Dei due omicidi, maturati nel 2003 e nel 2008, nell’ambito della guerra di mafia che ha insanguinato Lamezia Terme, sono accusati Pasqualino Torcasio, 46 anni, imprenditore lametino, presunto mandante di uno dei delitti contestati, e Saverio Giampà, 28 anni, che avrebbe partecipato al secondo omicidio. La terza persona arrestata è Juan Manuel Ruiz, 26 ani, che risponde, però, di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono questi gli esiti dell’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro, con le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia ed illustrate nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella Questura di Catanzaro. A destare particolare scalpore fu l’omicidio di Giuseppe Torcasio, avvenuto il 22 ottobre 2003 nel parcheggio di un supermercato di Lamezia Terme affollato di gente. A commissionare il delitto sarebbe stato Pasqualino Torcasio, titolare di un noto ristorante e di un bar pasticceria a Lamezia. L’uomo si rivolse al cugino, Angelo Torcasio, affiliato all’omonimo clan, per uccidere Giuseppe Torcasio, col quale, a dispetto del cognome, non aveva rapporti di parentela. Una vendetta di natura personale, dal momento che la vittima aveva ucciso, nel 1994, il fratello dell’imprenditore. Nove anni dopo, dunque, la decisione di vendicare la morte del fratello. Angelo Torcasio avrebbe portato a termine l’incarico, ma dopo avere avviato la sua collaborazione con la giustizia si è prima autoaccusato del delitto quale autore materiale, quindi ha chiamato in causa il cugino come mandante. D’altronde, come hanno spiegato gli inquirenti della Squadra Mobile nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro, Giuseppe Torcasio era stato arrestato subito dopo l’omicidio del 1994, ma la sua condanna era stata lieve, dal momento che aveva scontato otto anni di carcere grazie alla concessione della seminfermità mentale. Un anno dopo la sua scarcerazione, però, arrivò la vendetta. Per quanto riguarda il secondo omicidio contestato dalla polizia, è finito in carcere Saverio Giampà. Secondo le indagini, l’uomo avrebbe avuto un ruolo nel delitto di Bruno Cittadino, compiuto il 31 luglio 2008, sempre a Lamezia Terme. Giampà avrebbe partecipato a quel delitto, tra l’altro ricostruito in larga parte nell’ambito dell’operazione “Perseo” contro le cosche di Lamezia. Diversa la posizione di Ruiz, arrestato dalla Mobile con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un commerciante del Lametino. L’uomo è però estraneo ai due delitti.