“Un ponte o un tunnel purché si faccia”. Lo afferma Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in merito alla proposta lanciata ieri dal premier Giuseppe Conte di realizzare un tunnel sottomarino tra Sicilia e Calabria. “Al momento una posizione ufficiale degli architetti non c’è perché l’idea è stata lanciata ieri e non c’è stato il tempo di un confronto. Posso dire che riteniamo assolutamente necessaria una infrastruttura di collegamento con la Sicilia, che sia un ponte o un tunnel sottomarino. Sarebbe di grandissima importanza per lo sviluppo del Sud, per far arrivare l’Alta velocità ferroviaria sull’isola”. Tuttavia, evidenzia La Mendola, “non posso non manifestare la mia perplessità che se ne parli ora dopo aver speso 320 milioni di euro di soldi dei contribuenti” per gli studi di fattibilità sul ponte, “dopo una discussione che dura da decine di anni e più di 30 governi”.
Si tratta, evidenzia, “di un collegamento importante, imprescindibile perché la Sicilia possa esercitare il ruolo di cerniera mediterranea, di porto d’Europa. Oggi le imbarcazioni che arrivano dall’Asia attraversano il canale di Suez, ignorano la Sicilia e l’Italia, oltrepassano Gibilterra e raggiungono i paesi del Nord Europa. Questo significa ignorare e mortificare la posizione strategica dell’Italia come cerniera del Mediterraneo. Tutto questo perché mancano le infrastrutture, non ci sono collegamenti, mancano i porti. I mercantili fanno prima ad andare per mare piuttosto che scaricare la merce in Sicilia sapendo che ci vorrà un secolo per raggiungere il Nord Europa”. Il problema è che “noi scontiamo la mancanza di un collegamento veloce tra Sicilia e continente, ci siamo giocati un ruolo importante come porto d’Europa del Mediterraneo. Proprio per questo riteniamo il collegamento fondamentale”. Gli architetti quindi lanciano “una proposta provocatoria”. Per costruire il tunnel o il ponte “bisognerebbe lanciare un concorso di progettazione internazionale per studiare e analizzare tutti gli aspetti, paesaggistici, ambientali, geologici, marini. Uno studio a tutto tondo. Un concorso che coinvolga i migliori progettisti del mondo. Dopo di che eseguire l’opera immediatamente. Non è vero che ci vogliono tempi biblici”, assicura La Mendola.
Il modello non sarebbe tanto quello del Ponte di Genova piuttosto quanto fatto sotto il ponte San Giorgio. “Si parla tanto del modello Genova. Io parlerei del modello del sotto ponte di Genova. In 4 mesi è stato bandito un concorso e acquisito il progetto esecutivo. Sfatiamo il luogo comune che i concorsi fanno allungare i tempi. Se per il progetto del Ponte di Messina fosse stato fatto con concorso di progettazione i tempi sarebbero stati sicuramente inferiori. In caso contrario rischiamo di passare altri 100 anni a chiederci se fare il tunnel o il ponte”. Per La Mendola “il tunnel sottomarino verrebbe fatto sulla falsariga di quello della Manica”. Ma oltre al collegamento tra Sicilia e continente, spiega l’architetto, servirebbero altre infrastrutture per rilanciare il Mezzogiorno. “E’ chiaro che se la Sicilia vuole giocare il ruolo di polo internazionale di riferimento del Mediterraneo deve munirsi di porti, in particolare sulla costa meridionale per l’attracco dei grandi mercantili e un collegamento veloce tra Messina e Reggio Calabria”, conclude.