REGGIO CALABRIA. La seconda Commissione consiliare, “Bilancio, programmazione economiche e attività produttive, affari comunitari e relazioni con l’estero”, presieduta dal consigliere Giuseppe Aieta (Pd), ha approvato a maggioranza il Dpefr 2015/2017 della Regione. Ad illustrare gli indirizzi programmatici, è stato il Vicepresidente della Giunta regionale e assessore al Bilancio, Vincenzo Ciconte. “È un momento storicamente delicato, di difficile contesto per l’economia e la società italiana – ha detto Ciconte – ma noi siamo chiamati ad operare in maniera tale da evitare conseguenze più pesanti per i dipendenti, per i lavoratori e per gli imprenditori di questa nostra regione. Ci troviamo dinanzi a questioni croniche, come il mondo del precariato come i sorveglianti idraulici, i quali da sei mesi attendono lo stipendio, e per i quali abbiamo destinato 4 milioni di euro per ripianare le loro spettanze, solo per fare qualche esempio. Ma le difficoltà sono anche iscritte nel rapporto tra la Regione e le istituzioni locali, su acqua e rifiuti. I Comuni calabresi, anche per questioni legate a decisioni di politica economica nazionale, sono indebitati con la Regione per oltre 300 milioni di euro, che, purtroppo, sono somme che dovranno diventare esigibili”. “Dentro tale clima diffuso di difficoltà finanziarie – ha proseguito il Vicepresidente della Giunta regionale – questa maggioranza ed il suo Presidente hanno deciso di puntare con decisione a tagliare gli sprechi, accorpando o liquidando società partecipate di vario genere entro il prossimo 31 luglio. Ciò per dare risposta immediata sulla chiarezza dei nostri indirizzi di governo a seguito di alcuni esempi di modelli di gestione di tali società partecipate i cui amministratori saranno tenuti per legge, dopo l’approvazione di questo Bilancio, a rendere preventivamente nota alla Giunta regionale ogni loro iniziativa in materia di personale. La nostra regione non potrà progredire se non mettiamo in campo uno sforzo unitario per eliminare una volta per tutte clientele e favoritismi non compatibili con il Bilancio e le risorse contenute. Basta dare un’occhiata alla esiguità delle così dette “spese libere” circa 650 milioni di euro su cui è imputata la spesa di funzionamento delle istituzioni, trasporti, il diritto allo studio, e persino 10 milioni di euro per coprire i pignoramenti. Questo nostro Documento di programmazione è dunque improntato sui principi di responsabilità e trasparenza, ma anche sulla necessità di imprimere una forte accelerazione per esaltare le peculiarità e le eccellenze del territorio ai fini di uno sviluppo sostenibile, capace anche di contribuire al risanamento finanziario della Regione”. Ciconte ha poi evidenziato che “com’è noto, gli indici di crescita dell’economia calabrese sono caratterizzati dal segno negativo, da una scarsa vocazione all’internalizzazione, tutte questioni che pesano sulle potenzialità di accumulazione delle risorse da parte del nostro sistema imprenditoriale. Di converso, occorre puntare in maniera più decisa alla promozione del capitale immateriale ed a quello umano, perfezionando i nostri giovani che altrimenti prenderanno sempre più in tanti la via dell’emigrazione. C’è quindi bisogno di rivitalizzare la società calabrese nel suo complesso, una forte iniziazione di fiducia, altrimenti il rischio è di allargare ulteriormente il gap che ci divide dalle altre regioni, anche del Mezzogiorno. La Giunta regionale sa bene che una svolta può venire dall’immissione di nuove risorse finanziarie nel circuito dell’economia calabrese dalla grande opportunità dei Fondi Ue, e che per il programma 2007/2013, siamo riusciti a recuperare alla spesa per 800milioni di euro, anche se resta tanto da fare, e lo dico con spirito costruttivo anche ai colleghi della minoranza, per affermare quelle convergenze utili affinché la Calabria, da qui al 2020, non perda neppure un centesimo di quelle risorse che potranno davvero modernizzare la nostra regione”. Il vicepresidente della giunta regionale ha aggiunto che “un capitolo a parte va scritto per la sanità. Si intravvede qualche spiraglio positivo ma, di pari passo, è necessario riorganizzare con coraggio la rete ospedaliera e territoriale, ottimizzare la spesa ed efficientare le prestazioni all’utenza con l’obiettivo di abbattere i costi della migrazione sanitaria e per superare al più presto i limiti contenuti nel Piano di rientro. Al neo Commissario straordinario abbiamo già detto che è urgente e necessario coprire i vuoti in organico da tempo ormai scoperti, con l’assunzione di almeno 500 nuove unità. Nelle more dei processi di riorganizzazione – ha ricordato il Vicepresidente della Giunta regionale – abbiamo proposto il superamento dell’attuale organizzazione sanitaria regionale con l’istituzione di una sola Azienda regionale, una proposta aperta al confronto politico e sociale che al centro della sua funzione dovrà però avere la riduzione di sprechi ed inefficienze”. I lavori della seconda Commissione sono in corso con le audizioni dei rappresentanti del partenariato sociale.