La conferenza dei sindaci del crotonese boccia senza appello l’atto aziendale presentato dall’Asp e chiede un incontro urgente con il commissario straordinario della sanità calabrese Guido Longo al hanno inviato preventivamente un articolato documento, inoltrato anche al presidente della Regione, Nino Spirlì e al commissario dell’Azienda Sanitaria di Crotone, Domenico Sperlì, con il quale spiegano le tante criticità del piano sanitario. Si parte dai mancati interventi per la cronica carenza di guardie mediche nei comuni del crotonese e quella di personale e mezzi per il 118, passando per la soppressione di quattro unità operative semplici e di due complesse.
Nel documento i sindaci evidenziano una mancata concertazione da parte del commissario dell’Azienda sanitaria provinciale, Domenico Sperlì, su un atto “fondamentale che deve rispondere ai reali bisogni dell’utenza e alle esigenze ospedaliere e territoriali”. I sindaci lamentano di “non aver potuto, in assenza di concertazione, contribuire a definire i piani programmatici, nonostante la normativa in materia lo preveda”. Non si tiene conto, affermano i sindaci, “del reale bacino d’utenza che imporrebbe un potenziamento del presidio ospedaliero e dei presidi territoriali” e più nello specifico si rileva che “per quanto attiene le unità operative complesse e semplici se ne registrano due operative complesse in meno in violazione agli standard previsti dal Patto della Salute. Risultano poi soppresse quattro unità operative ospedaliere semplici (Medicina, Ortopedia, Ostetricia e Pediatria). Nulla – sostiene la conferenza dei sindaci – è stato previsto per potenziare servizi e reparti con personale medico ed infermieristico che hanno un elevato afflusso giornaliero di pazienti come Oncologia e Diabetologia”.
L’elenco delle doglianze dei primi cittadini è lungo: “tra le unità operative complesse compare quella di Urologia che mal si concilia al principio di non duplicazione delle funzioni tra pubblico e privato. Tra l’altro la scelta di una unità di questo genere presupporrebbe l’esistenza di locali, di personale medico e infermieristico ad oggi non presente”. Nel campo dell’assistenza “risultano soppressi otto posti di one-day-surgery fondamentali per gli accessi chirurgici finalizzati ad interventi che impongono un monitoraggio post operatorio o che richiedono prestazioni di urgenza” e viene ribadito che “l’attuale servizio Suem 118 con le cinque postazioni di Emergenza Territoriale non riesce a coprire e garantire in tempi utili l’adeguata copertura in un territorio, come quello provinciale, dove esistono zone disagiate e difficilmente raggiungibili”. Per la conferenza dei sindaci “andrebbero riconsiderati e ricollocati i servizi Cup e Urp che svolgono una delicata funzione di coordinamento e di gestione delle agende specialistiche ambulatoriali e territoriali” ed inoltre nel documento programmatico dell’Asp viene evidenziata “l’assenza di uno schema sinottico del personale in grado di evidenziare le carenze di personale che andrebbe incrementato”. Per la medicina territoriale è ribadita la carenza attuale delle postazioni di guardia medica: “Non è stato previsto nulla per le esigenze assistenziali su ambiti territoriali ad elevato afflusso turistico che necessitano di guardie mediche stagionali a copertura del fabbisogno di assistenza sanitaria”. I sindaci in definitiva si chiedono “come possano mantenersi i livelli assistenziali minimi se per la Pediatria non è più presente la guardia medica attiva notturna e sono state soppresse una serie di reperibilità soprattutto in ambito chirurgico” e ritengono “poco valorizzato nell’atto aziendale il ruolo del consultorio familiare. Per poter svolgere il suo importante compito il consultorio deve essere inquadrato come una struttura autonoma, come una unità operativa semplice”.