E’ morto, questa mattina, l’Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace mons. Antonio Cantisani . Nato a Lauria Superiore (PZ), diocesi di Tursi – Lagonegro, il 2 novembre 1926 venne ordinato presbitero il 16 giugno 1949. Dopo tanti anni da parroco a Sapri, venne eletto da Papa Paolo VI alla sede arcivescovile di Rossano il 18 novembre 1971. Fu ordinato vescovo il 27 dicembre 1971 e nominato Vescovo a Cariati il 7 aprile 1979. Poi il trasferimento, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II nell’Arcidiocesi di Catanzaro e nella diocesi di Squillace il 31 luglio 1980, unificate nel 1986. Questo il suo motto episcopale: “Evangelizo vobis gaudium magnum”. Fu il primo Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, il primo metropolita, divenuto emerito il 31 gennaio 2003. Dal 1985 al 1990 è stato presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana ed è stato poi confermato nell’incarico fino al 1995, quando è diventato presidente della Conferenza episcopale calabra. Nel 1990 è stato nominato anche consultore del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. E’ stato autore di innumerevoli pubblicazioni di taglio teologico, storico e spirituale, le ultime dedicate all’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.
Le esequie si terranno domani, alle 16, presiedute dall’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, si terranno nella Basilica dell’Immacolata a Catanzaro.
Un presule colto e amato, dal tratto signorile e affabile
“Il Vescovo di Catanzaro-Squillace, unitamente al Collegio presbiterale, alle persone di vita consacrata, ai diaconi ed ai fedeli tutti, affida a Dio l’anima di mons. Antonio Cantisani, oggi passato dalla vita sulla terra alla vita eterna”. E’ quanto si legge in una nota della Curia di Catanzaro. “‘Il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna’, ricordano le Sacre Scritture (2Mac 7,9). Tenendo a mente questo monito -prosegue la Curia- tutti ricordiamo, del Vescovo Antonio, il tratto signorile e affabile, l’amore per Dio e per la Chiesa particolare, la devozione e l’affetto nei confronti di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, di cui ha tradotto l’opera ascetica del Commento ai Salmi (l’unica completa di tutta l’epoca tardo-antica), rilanciandone anche il profilo ascetico e spirituale, anche in virtù della forza, delle capacità e delle conoscenze che a lui provenivano dalla sua solida formazione classica. Non a caso, ed anzi proprio grazie a questo brillante lavoro, l’accostamento, operato da papa Benedetto XVI, delle figure di Boezio e di Cassiodoro, segnalava già nel 2008 il ‘nostro dottissimo calabrese’ Cassiodoro, rispetto al quale ‘forse gli unici che gli potevano stare alla pari… furono il già ricordato Boezio, e il futuro Papa di Roma, Gregorio Magno’ (Benedetto XVI, udienza generale in Aula Paolo VI, Mercoledì, 12 marzo 2008)”. “Per tutto questo, per l’opera pastorale ed il servizio svolti, per l’amore e la passione che ne hanno caratterizzato il ministero, eleviamo preghiere di ringraziamento alla santissima Trinità, che ha suscitato per noi e in mezzo a noi, la bell’anima del Vescovo Antonio” conclude la nota della Diocesi.