La Calabria esce indenne dal rischio di finire in zona gialla, ma registra un andamento altalenante sul fronte della diffusione del Covid-19, mentre è in evidente ritardo la campagna di vaccinazione. Sono questi i dati salienti di una regione che continua a segnare il passo nella gestione dell’emergenza, sia per carenze strutturali e di personale sanitario, sia per la difficoltà di procedere con un numero sempre maggiore di vaccini. La prima nota dolente arriva dalla scuola che riaprirà i battenti il prossimo 20 settembre. A preoccupare maggiormente è l’alto numero di docenti non vaccinati. Secondo i dati diffusi dalla struttura nazionale che segue l’evoluzione del Covid-19, in Calabria un docente su tre non è ancora vaccinato nemmeno con la prima dose, contro una media nazionale prossima al 7%. Un numero preoccupante e che rischia di compromettere la regolarità dell’anno scolastico. Cifre, però, su cui l’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio, ha espresso all’AGI dubbi, ritenendo possano esserci margini di errore dovuti alla mancata individuazione di quanti hanno proceduto autonomamente alla vaccinazione, senza passare dagli uffici scolastici durante la stagione estiva. Dal punto di vista dei servizi, invece, i dirigenti scolastici hanno avviato in questi giorni le procedure per rendere sicuri i plessi, anche se buona parte del lavoro era già stato effettuato lo scorso anno.
Certi gli ingressi scaglionati e una gestione più rigida nei controlli, mentre preoccupa la condizione del trasporto locale e ci sono forti perplessità per il controllo dei green pass dei genitori che vorrebbero accedere nelle scuole. Altro capitolo delicato è quello relativo alle strutture ospedaliere. Mancano posti letto e personale sanitario e questo incide nei parametri che, proprio in questi giorni, hanno rischiato di portare la Calabria in zona gialla. Secondo gli ultimi dati ufficiali, l’incidenza dei casi ogni centomila abitanti ha sforato il dato limite, mentre preoccupa l’altalenante occupazione dei reparti Covid e di terapia intensiva, spesso oltre i parametri previsti. Come se non bastasse, non decolla nemmeno la campagna vaccinale. Dopo un periodo con buoni numeri, fino a oltre ventimila vaccini al giorno, il dato si attesa a meno diecimila inoculazioni quotidiane, con punte anche di seimila, a conferma di un sistema che appare inceppato. La Calabria, infatti, resta tra ultimo o penultimo posto nazionale rispetto all’utilizzo delle dosi consegnate. Infine, il tema dei medici no vax. I controlli delle Aziende sanitarie provinciali si sono fatti più stringenti durante la scorsa estate e il personale sanitario sospeso è pari a diverse decine. Non ci sono numeri ufficiali, ma l’ultimo caso limite evidenzia i disagi. Nell’ospedale di Vibo Valentia, infatti, è bastato registrare un anestesista positivo al virus e un no vax per paralizzare i servizi del nosocomio. Tema che riguarda ormai, soprattutto per queste figure specializzate, buona parte delle strutture sanitarie calabresi.