Nel settore della sanità “le citazioni di questa Procura fanno emergere un quadro desolante aggravato dal deficit che non si è ridotto in misura sensibile dopo oltre 10 anni, dal 2009, anzi è sicuramente di molto superiore, considerato che non si dispone di alcuni dati e bilanci certi”. Lo scrive il procuratore regionale della Corte dei Conti, Maria Rachele Anita Aronica, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile calabrese, in corso questa mattina a Catanzaro. “E’ nota – scrive la Procura contabile – la situazione in cui versano le Asp. L’Asp di Reggio Calabria non ha presentato i bilanci dal 2013 fino al 2018, l’Asp di Cosenza non ha presentato i bilanci del 2018 e 2019 ma anche le altre aziende sanitarie e ospedaliere non stanno bene. Risulta infatti che, per il 2020, tutte le aziende del servizio sanitario calabrese chiudono in perdita. Inoltre, il precedente commissario per il rientro dal disavanzo non ha approvato i bilanci 2018 e 2019, salvo per le aziende ospedaliere di Reggio Calabria e di Cosenza. Le Asp di Reggio Calabria e Catanzaro sono state pure commissariate per infiltrazioni mafiose. Questa situazione paradossale – prosegue la relazione – è sempre stata stigmatizzata dalla sezione di controllo della Corte dei Conti Calabria. I vari commissari per il piano di rientro succedutisi non sono riusciti a porre fine al caos contabile e organizzativo né d’altra parte, hanno potuto contare su un valido reale supporto di personale, come ha ricordato la Corte costituzionale nella sentenza 168 del 2021. Purtroppo il caso contabile e la disorganizzazione sono inevitabilmente fonte di mala gestio e terreno fertile per la criminalità organizzata che trova nutrimento in questi fenomeni, prosperando ancora di più”.
Dalla relazione emerge che le citazioni della Procura “fanno emergere un quadro desolante aggravato dal deficit che, come è stato detto in sede di parifica, non si è ridotto in misura sensibile dopo oltre 10 anni, dal 2009, anzi è sicuramente di molto superiore, considerato che non si dispone di alcuni dati e bilanci certi, in particolare Reggio Calabria. Gli importi pagati e non dovuti per prestazioni già remunerate, quindi pagati due volte, e/o per prestazioni extrabudget non riconoscibili nonché per interessi e indennità al personale non spettanti sono veramente notevoli e ammontano complessivamente ad almeno 61/65 milioni di euro, pari a oltre due terzi del disavanzo sanitario – emerso dal Tavolo tecnico del 22 luglio 2021 – di oltre 91 milioni di euro per l’esercizio 2020 (dato, tuttavia, non esaustivo). E’ evidente – sottolinea la Procura regionale della Corte dei Conti – che se non si pone fine a questa insensata situazione attraverso un’adeguata programmazione, un congruo monitoraggio e utilizzo di idonei strumenti informatici nonché di personale, qualitativamente e quantitativamente appropriato, il rientro dal disavanzo sanitario non potrà avvenire”.