“La vicenda del Centro regionale di Farmacovigilanza ogni giorno si arricchisce di episodi che disegnano un contorno sempre più grottesco e poco chiaro. Il Centro è una struttura operante all’interno del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria che si occupa di farmacovigilanza a livello territoriale e partecipa in modo stabile e continuativo alle attività del Sistema Nazionale di Farmacovigilanza direttamente collegato con l’Agenzia Italiana del Farmaco. Si tratta di una struttura importantissima per la salute dei cittadini e dovrebbe essere sempre operativa. Invece, per questioni burocratiche è chiusa da oltre un anno e la Calabria è di fatto sprovvista della sua tutela”. Lo scrive in una nota Amalia Bruni, consigliera regionale. “L’altro ieri -continua- la vicenda si è arricchita di un altro tassello con le dimissioni di una componente della Commissione esaminatrice che è andata in pensione, per cui bisogna rifare tutto, occorre un nuovo decreto e una nuova nomina. Una specie di gioco dell’oca sulla pelle dei calabresi dove vai avanti fino a quando arrivi sulla casella che ti fa tornare indietro e tutto ricomincia. Ho verificato che solo da marzo di quest’anno ad ora ci sono stati, tra decreti, nomine, dimissioni, direttive, cambi di mansioni, sostituzioni e altro, almeno quindici provvedimenti. Viene fuori -secondo Bruni- un quadro devastante di una burocrazia lentissima e oppressiva che non riesce a fare un passo avanti per una struttura come il Centro di Farmacovigilanza che è chiuso da oltre un anno, nonostante il decreto per il bando risalga a tre anni fa. Mi pare la rappresentazione plastica di quando le cose non si vogliono fare oppure non si sanno fare e si continua a tentoni senza una direzione precisa e certa. Presidente Occhiuto, -chiede la Bruni- perché tanta lentezza per risolvere una questione di uno strumento nostro, a chi giova che le sue porte restino chiuse sprangate per colpa di centinaia di provvedimenti, norme e direttive inutili? I calabresi attendono una risposta. Magari prima dei prossimi tre anni”.