Giorgia Meloni affretta i tempi per la definizione della squadra ma continua a guardare all’Europa, alzando dei paletti. Al ministro francese Laurence Boone che avrebbe detto di voler vigilare sul “rispetto dei diritti e delle libertà in Italia” chiede di smentire la dichiarazione perché altrimenti sarebbe una “inaccettabile” minaccia d’ingerenza esterna “contro uno Stato sovrano, membro dell’Ue”. “L’era dei governi che chiedono tutela all’estero -avverte la leader di FdI- è finita”. Una presa di posizione molto netta che trova il plauso nel centrodestra e la condivisione di Carlo Calenda che invita i francesi a farsi “i fatti loro”. Ma soprattutto trova un ‘sigillo’ da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella: “L’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione europea”. Per quanto riguarda il ‘toto-ministri’, intanto, la Lega sembra voler alzare la posta. E’ vero che da giorni si parla di una disponibilità di Salvini a fare un ‘passo di lato’ rispetto al Viminale e che su di lui non sarebbe stato posto “alcun veto”, ma è anche vero che oggi rilancia sulla necessità di dar vita ad un Ministero della famiglia e della natalità. La Lega, poi, fa sapere anche che “gradirebbe molto” occupare la casella del Ministero per Affari regionali, autonomia e riforme visto che “autonomia e presidenzialismo sono temi centrali da portare a casa”. Sul fronte dei compiti del nuovo Esecutivo, invece, oltre all’emergenza gas, che vede in Ue convergere sull’ipotesi di un price cap flessibile, resta prioritario il Pnrr. Dopo quello che è stato definito uno “scontro Meloni-Draghi” sui possibili ritardi ereditati dal governo uscente, Paolo Gentiloni precisa che l’Italia “fin qui ha raggiunto gli obiettivi che doveva raggiungere nei tempi previsti” e che si tratta di “una corsa contro il tempo” che “deve continuare”.