Via libera alla conversione in legge del decreto sul ponte sullo Stretto di Messina. L’aula del Senato l’ha approvato ieri con 103 voti favorevoli, 49 contrari e tre astenuti. Presente il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Dai banchi del centrodestra è partito un applauso. Il provvedimento, che era stato approvato alla Camera lo scorso 16 maggio, definisce, tra l’altro, l’assetto della società Stretto di Messina Spa e riavvia le attività di programmazione e progettazione. “Prende forma finalmente un progetto che la sinistra ha accantonato per anni”, così il senatore Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo Lega al Senato. Critiche dal Pd: “Il decreto sul ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro”, ha detto il senatore del Pd, Nicola Irto, annunciando il voto contrario sul decreto. “Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle commissioni competenti”, ha aggiunto. “Noi quel ponte lo faremo, perché serve all’Italia e ci avvicina all’Europa ed è stato un sogno di Silvio Berlusconi, un uomo capace di immaginare il futuro. Oggi con la conversione in legge poniamo idealmente la prima pietra di un’opera strategica. Berlusconi ne parlò nel ’94 per la prima volta e, come capita ai visionari, fu osteggiato, deriso e accusato di trame oscure. Venticinque anni dopo molti sono stati costretti a dire sì al ponte e ad ammettere che Sicilia e Calabria meritano un collegamento stabile e che il Mezzogiorno è uno solo. A lui vogliamo dedicare e questo voto e questo successo del Paese”, ha detto la capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli.