“Dal Vangelo secondo la ‘Ndrangheta. Un antico delitto”, scritto da Vincenzo De Angelis ed edito da Herkules Books Edizioni, è una fluida trama che descrive uno dei processi di mafia calabrese più lunghi del Novecento. Vincenzo De Angelis, medico, scrittore e poeta, attualmente risiede a Brancaleone. È membro della Deputazione Storia Patria per la Calabria. Tra le sue opere: “Brancaleone tra cronaca e storia”, “La poesia di Vincenzo De Angelis, pioniere del socialismo in Calabria”, “Il sole nel buio”, “Mondo antico a Brancaleone”, “Sfantasiandu con il dialetto”. Nel libro “Dal Vangelo secondo la ‘Ndrangheta. Un antico delitto” è chiaro come la giustizia sia lo sfondo di un universo parallelo che si scontra con la realtà quotidiana. Una vita bucolica, semplice, quella di Bruzzano, dove domina la natura e la genuinità di una volta. La bracciante agricola Michelina è solita svolgere le consuete attività da contadina, quando un giorno vede un uomo disteso a terra senza vita, Guglielmo Iozzo. Da lì cominciano le indagini per un omicidio tanto inaspettato quanto grave. Si vive in una società in cui la criminalità organizzata e i suoi misfatti trionfano lasciando tracce di sangue e amarezza. A contrastare le indagini l’omertà di Donna Teresa, madre di Guglielmo, è lampante. In lei vivono la paura e il desiderio di proteggere il figlio, Giuseppe, da chiunque possa fargli del male. Il dolore e la paura sono i sentimenti che dipingono situazioni difficili, in cui non basta il cordoglio dei propri cari per eliminare la sofferenza atroce della morte di un figlio. Il concetto di onore ricorre frequentemente nella descrizione del tragico episodio di Guglielmo: un uomo d’onore dovrebbe avere principi conformi alla morale, Il rispetto è un mantra, che secondo Guglielmo “ quando un uomo d’onore dice una cosa, non si deve nemmeno discutere, perché quello che ha detto è come il Vangelo”. L’onore implica una sottomissione, una riverenza che non conosce limiti. Gli uomini d’onore sono gli stessi che, se subiscono un torto, si comportano di conseguenza, commettendo crimini efferati. Lo stesso crimine ha le vesti di un omicidio e ha brutalmente ucciso Guglielmo Iozzo. Il desiderio di evadere in una realtà segnata dall’onore, che miete chi trasgredisce le sue regole è sempre più acceso e si descrive con il fenomeno dell’emigrazione. C’è chi sogna di lasciare la terra d’origine, sfidare il destino e costruire una nuova vita in America, come Pasquale, amico di Guglielmo, pronto a partire con la fiducia di chi sa che tornerà vincente. L’emigrazione con le problematiche annesse è una parentesi che scorre nel testo, una microstoria che si collega alla macrostoria. Il testo, ricco di suspense, si legge d’un fiato e il lettore è desideroso di scoprire una trama densa di personaggi, di dettagli sempre più accattivanti che infittiscono il romanzo, rendendolo avvincente per qualsiasi tipo di pubblico.
Matilde Altomare