Parte dalla Toscana la battaglia contro il dimensionamento scolastico previsto dal Governo a partire dal 2024/2025 e punta a coinvolgere altre Regioni, non solo di centrosinistra. La Giunta regionale toscana ha infatti approvato in questi giorni una delibera che lascia invariato il numero degli istituti presenti sul territorio regionale, attualmente 470, stoppando la riduzione di 15 istituti scolastici prevista dal decreto interministeriale del ministero dell’Istruzione e del Merito. Resta aperta la possibilità di accorpamento solo in caso di proposte provenienti dai territori stessi o di scorporo dei plessi da un istituto scolastico ad un altro. “Con questa delibera vogliamo ribadire la nostra contrarietà sia nel merito sia nel metodo”, spiegano il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore all’Istruzione Alessandra Nardini che sottolineano: “Il governo impone tagli e poi scarica sulle Regioni la responsabilità di attuarli”. “Questa battaglia -precisa Nardini- non può limitarsi alla Toscana e troverei incredibile anche che si limitasse alle sole Regioni guidate dal centrosinistra”. Le Regioni guidate dal centrosinistra infatti -Campania, Puglia, Toscana ed Emilia Romagna- hanno già detto ‘no’ al dimensionamento nei mesi scorsi, ricorrendo alla Corte Costituzionale, ma i malumori serpeggiano anche nelle Regioni di centrodestra. Anche l’Ugl scuola nazionale ha chiesto una deroga al dimensionamento, almeno per alcuni territori. “Al ministro Valditara chiediamo di aprire con urgenza un tavolo di confronto con le forze sociali e le varie realtà locali per definire al meglio e velocemente un progetto che, senza opportune rivisitazioni, rischia di diventare un pericolosissimo boomerang”, afferma la segretaria dell’Ugl scuola Ornella Cuzzupi. Valditara ha chiarito in varie occasioni che l’obiettivo del dimensionamento non è la chiusura delle scuole, bensì la razionalizzazione delle reggenze, con un’aspirazione ad eliminarle affinché ogni dirigente gestisca una scuola. Ma le sue parole non hanno convinto del tutto, se dalla Conferenza Stato Regioni non è arrivata, nei mesi scorsi, l’intesa al provvedimento.