“Tra una smentita e l’altra da parte del governo che continua nella sua propaganda, il Sud rischia di perdere 8 miliardi di investimenti del Pnrr e l’ulteriore agenda di programmazione dei fondi di coesione”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, “a pochi giorni – é detto in una nota – dalla grande manifestazione ‘La via Maestra’ indetta dal sindacato con oltre cento associazioni ed enti il 7 ottobre a Roma”. “Non è tutto attribuibile – aggiunge Sposato – all’incapacità di fare spesa della pubblica amministrazione, così come dicono dalla politica nazionale regionale, ma è una precisa responsabilità del governo a definanziare interventi già programmati al fine di penalizzare il Sud. I temi del Pnrr, dei fondi europei e degli investimenti non possono eludere un indirizzo ed un’azione strategica di rafforzamento amministrativo, con assunzioni nella pubblica amministrazione ed il rilancio di politiche industriali tanto nel Paese quanto nel Sud. Questo governo, in questo primo anno, ha dimostrato di non avere alcuna visione sulle politiche dell’amministrazione pubblica, di sviluppo, coesione e rilancio del Mezzogiorno. È una precisa scelta politica che schiaccia il governo, tra spinte ideologiche come l’autonomia differenziata e opere bandiera che non hanno nulla di strategico”. Sposato sottolinea, inoltre, che “la Calabria è la Cenerentola d’Italia per questo governo ed i divari della regione con il resto del Paese sono decuplicati. Definanziamenti di opere strategiche che erano anche punto della ‘vertenza Calabria’. Disimpegni della partecipazione pubblica da investimenti strategici come, ad esempio, la centrale a idrogeno di Rossano, chiusura di 79 autonomie scolastiche dal 2024, situazione sanitaria devastante, Zes unica completamente inutile se non c’è una strategia di investimenti pubblici attraverso le società partecipate o un quadro di sostegno degli interventi rischiano di essere alcuni dei fallimenti del governo nazionale e, di conseguenza, di quello regionale, che subisce, suo malgrado, scelte imposte dall’alto. Se a questo aggiungiamo la ripresa delle emigrazioni soprattutto dei giovani (la Calabria ne ha perso centomila in dieci anni), lo spopolamento e la denatalità, il sistema della competitività delle imprese a dir poco imbarazzante, il quadro che emerge per la Calabria è da allarme rosso. Il nostro Paese è in recessione e la Calabria rischia un declino irreversibile. Mancano scelte strutturali e strategiche per aumentare retribuzioni e pensioni ed una vera lotta all’evasione fiscale, con risorse da prendere dove si sono prodotte ricchezze sulle spalle dei cittadini, dai grandi colossi dell’energia, alle case farmaceutiche, ai grandi sistemi finanziari e tecnologici che in questi anni di crisi hanno fatto enormi profitti”. “Porteremo la ‘vertenza Calabria’ – dice ancora Sposato – nelle piazze. Saremo a Roma il 7 ottobre, forti anche del consenso delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi giorni stanno partecipando alle nostre assemblee e votando la piattaforma per dare al nostro Paese un nuovo orizzonte, per mettere al centro il lavoro dignitoso, contro lo sfruttamento e la precarietà, per la salute e sicurezza, e per il futuro, in modo da dare all’Italia un nuovo orizzonte ed una nuova ‘via maestra'”.