CROTONE. “Apprendiamo con grande dispiacere, ma anche con indignazione, che il sito di Capo Colonna viene utilizzato come parcheggio per le macchine degli sposi. A loro naturalmente auguriamo di cuore di essere felici per sempre, ma non è possibile continuare ad assistere a questo assurdo e incomprensibile utilizzo di un bene che appartiene a tutti, calabresi e non”. Lo affermano, in una nota, l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta, presidente dell’associazione “Umberto Zanotti Bianco”, e Giovanni Scarfò, socio di Italia Nostra, riferendo che “ieri sono stati celebrati i primi matrimoni per i quali è stato necessario prenotarsi già alcuni mesi fa. Altri ce ne saranno da qui a tutto ottobre”. La “location” del piccolo santuario di Capo Colonna, dove viene venerata da secoli la Madonna con il nome dell’omonima storica località, è da sempre, infatti, molto richiesta per il fatidico “sì”. Ne fanno un luogo eletto sia la devozione che i crotonesi, e non solo, portano per questa Icona, che la bellezza di questo lembo di terra incuneato nello Jonio e ricompreso nel parco archeologico che ha nella colonna superstite del tempio di Hera Lacinia il simbolo più conosciuto. “Sarebbe un grandissimo momento di sensibilità culturale se le prossime coppie di sposi – aggiungono Lanzetta e Scarfò – dessero un segnale di condivisione per la salvaguardia e la valorizzazione del sito, rifiutando di utilizzare la spianata come parcheggio e chiedendo come regalo di nozze anche la rimozione del cemento”. In effetti, da alcune settimane hanno avuto inizio i lavori di smantellamento della base in cemento elettrosaldata con la quale erano state coperte le tracce di un insediamento di epoca romana, dopo le polemiche suscitate anche a livello nazionale. La zona antistante il piccolo santuario, pertanto, è in parte recintata per consentire lo svolgimento dei lavori e, comunque, c’è lo spazio di giungere a piedi fino alla chiesetta, poco distante. Le auto degli sposi, secondo quanto è stato possibile apprendere, ieri si sono fermate comunque prima delle transenne che delimitano il cantiere. Il problema sembra essere piuttosto un altro e va ben al di là di un corteo nuziale. Sono abitualmente molte, infatti, le auto che non rispettano, d’estate come in tutte le altre stagioni dell’anno, il divieto di inoltrarsi nel Parco archeologico, del quale la chiesetta fa parte, e lo fanno percorrendo una strada che non è fatta per le auto, ma soltanto per i pedoni. In questo periodo estivo poi sono tanti i bagnanti che la utilizzano per poi a scendere a mare lungo le scogliere vicine. A farsi beffa dei divieti, alla fine, non sono solo gli sposi che, al massimo, rischiano di rallentare un pò i lavori in corso.