COSENZA. A Rossano e Corigliano è il momento della conta dei danni. Il sole è tornato a splendere lungo la costa ionica del Cosentino, colpita da un nubifragio che ha stravolto il territorio. Ventiquattro ore dopo gli allagamenti e le esondazioni, si è aperta la fase del lento ritorno alla normalità. I cinquecento sfollati, tra turisti e residenti, che hanno dovuto trascorrere la notte nelle due strutture di accoglienza allestite dopo l’alluvione, potranno tornare nelle rispettive abitazioni già durante le prossime ore. La macchina dei soccorsi è in piena operatività. Alle associazioni di volontariato si è aggiunto anche l’Esercito, mentre non si sono mai fermati gli operatori delle forze dell’ordine, della Protezione civile e dei vigili del fuoco. L’obiettivo è quello di rimuovere il fango prima possibile. Il sole inizia, infatti, ad asciugare lo strato di melma che ha invaso strade e case, e questo complica le operazioni. Molti i cittadini che si stanno organizzando autonomamente per riportare alla normalità, mentre in alcune zone sono stati anche distribuiti attrezzi. Ripresi, invece, i collegamenti ferroviari, mentre la statale 106, invasa da fango e detriti, è tornata percorribile. Verso la normalità anche il servizio di energia elettrica, con la corrente che sta tornando lentamente in tutte le abitazioni, anche se una cabina dell’Enel è ancora inutilizzabile dopo essere stata invasa dal fango. Bilancio drammatico, invece, per il turismo e l’agricoltura. La Sibaritide è un’area con diversi insediamenti turistici, tutti travolti dall’ondata di piena di ieri. I vacanzieri sono rimasti senza nulla, costretti a scappare per evitare di rimanere coinvolti nella piena. Le colture sono sepolte; gli alberi sono per metà sotto acqua e fango, mentre i campi sono ampie distese di fango. Il giorno dopo il nubifragio, le testimonianze acquistano contenuti ancora più drammatici: “Abbiamo perso tutto – racconta un uomo in vacanza nella zona – siamo disperati”. Stessa posizione di chi ha visto l’apocalisse con i propri occhi: “Auto e fango ci venivano addosso – racconta una donna in lacrime – non so come sono ancora viva”. Frasi che evidenziano tutta la drammaticità delle ore vissute sulla fascia del Cosentino, dove adeso tutti tentano di contribuire per ridare un minimo di normalità, nella consapevolezza che quanto accaduto non potrà mai essere dimenticato.