CASOLE BRUZIO. Il sindaco di Casole Bruzio, Salvatore Iazzolino, ed il consigliere regionale Carlo Guccione hanno compiuto un sopralluogo in una struttura sanitaria, realizzata oltre vent’anni fa ma mai entrata in attività, che da settembre sarà operativa come poliambulatorio e centro diurno per anziani. “Dalle parole ai fatti. Dopo decenni di incuria e disinteresse, una buona parte delle ventuno strutture – è scritto in una nota diffusa dal consigliere regionale Guccione – realizzate tra il 1995 e il 1996 con oltre 14 milioni di euro di finanziamenti del ministero della Salute per essere destinate ad attività socio-assistenziali e poi abbandonate in preda al degrado più totale, sono in procinto di essere restituite alla collettività sotto forma di servizi socio sanitari ad anziani, minori in difficoltà e cittadini bisognosi di assistenza. Il cimitero delle opere incompiute, da moderno esempio di archeologia sanitaria, si è gradualmente riqualificato grazie alla battaglia politica e all’impegno preso e mantenuto dal consigliere regionale Pd, Carlo Guccione, che ha mappato tutte le opere costruite grazie all’ex art. 20 della legge 67/1988 ed ha avviato un’imponente campagna per riprendere e riqualificare questo importantissimo patrimonio pubblico e restituirlo ai suoi legittimi proprietari: i cittadini. Una campagna che ha avuto rilevanza nazionale attraverso i reportage di tv7 su rai 1 e Annozero di La7”. “Grazie ad una sinergia con il Comune la struttura di Casole Bruzio – prosegue il comunicato – sarà operativa da settembre con un Poliambulatorio e un Centro diurno per anziani, a Santa Sofia d’Epiro è in via di realizzazione una residenza psichiatrica, nel comune di San Pietro in Amantea sorgerà un Centro per minori in collaborazione col ministero della Salute, nella struttura di Aprigliano è operativo un Centro unico di prenotazione, un centro prelievi, un ufficio vaccinazioni e un Centro di ricerca biotecnologica mentre a Santa Domenica Talao è presente un Centro di recupero per tossicodipendenti. Per quanto riguarda le strutture di Canna, Cleto, Fagnano Castello, Terranova da Sibari, è stata stipulata la convenzione con i rispettivi Comuni che prevede l’indizione di una manifestazione di interesse per individuare i soggetti cui affidare la gestione dei servizi socio assistenziali e socio sanitari. Per le strutture di Cropalati, Cerisano, Calopezzati e San Demetrio Corone, sono in itinere le firme delle convenzioni tra l’Asp e i sindaci per procedere all’utilizzazione delle strutture a fini sociali e socio assistenziali”. “In pochi mesi – conclude – un patrimonio di 21 strutture completamente abbandonate e in alcuni casi del tutto sconosciute, è stato portato alla luce ed è stata intrapresa la via del recupero che, in alcuni casi, è già diventata realtà. Da monumento allo spreco e allo sperpero di importanti risorse pubbliche ad esempio di come le sinergie positive, attraverso l’impegno di molti, Asp e Comuni, sono state capaci nella gran parte dei casi di recuperare queste strutture per garantire servizi a minori in difficoltà, anziani e persone con disabilità e, in tutti gli altri casi, di avviare le procedure amministrative necessarie per restituire questo ingentissimo patrimonio pubblico ai cittadini calabresi”.