Più breve ma più frequente. E’ la nuova tipologia di vacanza che gli italiani mostrano di prediligere per questa estate, secondo l’indagine di Federalberghi. Sono 36 milioni gli italiani che prevedono di mettersi in viaggio. Il 90% rimarrà in Italia e il resto andrà all’estero, principalmente al mare non lontano dall’Italia. Un terzo dei vacanzieri, tuttavia, ha programmato di fare più di un periodo di ferie oltre quello principale in estate: 3,6 milioni replicheranno almeno una volta, 3,1 milioni si muoveranno per due volte e 1,7 milioni faranno tre periodi di vacanza. Uno scenario che produrrà un giro di affari di 40,6 miliardi. flussi vedono circa 15 milioni di vacanzieri in giugno, 16 milioni a luglio, 18,4 milioni ad agosto e 4,6 milioni in settembre. Agosto si conferma dunque, nella visione degli italiani, il mese leader per programmare una vacanza. L’Italia resta decisamente la meta preferita: 9 italiani su 10 – l’89,8% – sceglieranno di restare nel Belpaese mentre il 10,2% sceglierà mete estere, prediligendo il mare in paesi esteri vicino all’Italia (57,5%), le grandi capitali europee (16,2%) e le crociere (9,4%). Tra le regioni più gettonate nello Stivale vi saranno: Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, Puglia, Campania, Trentino Alto Adige, Sardegna e in qualche misura anche Calabria. L’80,7% opterà per il mare, il 13,1% prediligerà montagna, laghi e località termali mentre il restante 3,3% sceglierà località d’arte e cultura. La vacanza principale durerà in media 10,3 giorni e costerà nel suo complesso (includendo viaggio, vitto alloggio e divertimenti) 886 a persona (circa 86 euro al giorno). Le ulteriori vacanze sono più contenute dal punto di vista della durata: in media 4,8 giorni per un costo complessivo di 473 euro (98 euro al giorno). Il volume di affari sarà di 40,6 miliardi. Giugno contribuirà per circa 10 miliardi, luglio per 12,1 miliardi, agosto per 16,5 miliardi e settembre per 2 miliardi. La spesa per le vacanze si spalma su tutte le componenti della filiera turistica. Il 27,3% del budget di chi va in vacanza è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 27,9,% al pernottamento, il 20,4% alle spese di viaggio, il 10,4% allo shopping e il 14% per tutte le altre spese (divertimenti, escursioni e gite). Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere le vacanze, dopo la casa di parenti e amici (28,5%) vi è a stretto giro la preferenza per l’albergo (27,2%). A seguire la casa di proprietà (12,8%), i B&B (6,9%), gli affitti brevi (5,6%), i residence (5,2%), i villaggi turistici (5,1%) e il campeggio (3,7%). Per la scelta della località di villeggiatura gli italiani si fanno guidare principalmente dalle bellezze naturali del luogo (73,2%); a volte dalla voglia di ritrovare per abitudine gli stessi contesti (33,8%), o per gli aspetti di divertimento che la località offre (24,3%). Nel 14,7% dei casi è la vicinanza alla propria abitazione che condiziona la scelta. Durante le proprie vacanze gli italiani si dedicheranno principalmente a passeggiate (72,6%), a serate con gli amici (53,7%), a pasteggiare al ristorante (44,8%) e a escursioni e gite per conoscere il territorio (44%). Il 56,0% dei vacanzieri utilizzerà la propria macchina per recarsi presso il luogo della vacanza. Il 31,4% viaggerà in aereo e il 4,1% in nave. La comodità è il criterio principale che guida la scelta del mezzo di trasporto (63,9%). Il 44,8% della popolazione non farà vacanze tra giugno e settembre. Si resta a casa principalmente per mancanza di liquidità (54,3%), per motivi di salute (27,3%), per motivi familiari (20,1%). Il 6,6% andrà in vacanza in un altro periodo.
Assoutenti: “Aumentano gli italiani che non fanno ferie per i rincari”
I rincari del settore turistico pesano come un macigno sulle vacanze estive degli italiani, spingendo una fetta crescente di popolazione a rinunciare del tutto alle partenze e determinando un aumento della spesa complessiva per chi, invece, decide di regalarsi una villeggiatura tra giugno e settembre. Lo afferma Assoutenti, commentando i dati sull’estate 2024 forniti da Federalberghi. “Purtroppo i nostri allarmi trovano conferma nei dati diffusi: la quota di cittadini che quest’anno deciderà di non partire nel periodo estivo sale al 44,8% dal 41,1% del 2023 – denuncia Assoutenti – Alla base della rinuncia alle vacanze vi sono proprio i rincari di prezzi e servizi nel settore turistico, con i motivi economici che, secondo i cittadini, rappresentano la principale causa delle mancate partenze”. E il peso dei rincari risulta evidente se si considera il giro d’affari stimato per le vacanze estive: la spesa passerà infatti dai 33,8 miliardi di euro del 2023 ai 40,6 miliardi del 2024, con un incremento di ben 6,8 miliardi di euro (+20,1%) a fronte di appena 1 milione di vacanzieri in più tra giungo e settembre. “La stangata che ha interessato prezzi e tariffe di tutto il comparto turistico, dai trasporti agli alloggi, passando per stabilimenti, ristoranti e servizi vari, da un lato porta un maggior numero di famiglie a rinunciare del tutto alle partenze, dall’altro modifica profondamente le abitudini degli italiani che, per far fronte ai rincari, abbandonano le vacanze lunghe concentrate ad agosto, preferendo pochi giorni fuori casa e scegliendo di spostarsi anche in mesi alternativi come giugno e settembre, quando le tariffe sono più basse” conclude il presidente Gabriele Melluso.